
Radio K55
Data di pubblicazione: 12/11/2025 alle 11:09
(Adnkronos) – In Italia si stima che oltre 1,2 milioni di persone convivano con una demenza, di cui circa 600mila con malattia di Alzheimer, con più di 4 milioni di familiari che assolvono al ruolo di caregiver. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, questi numeri sono destinati a crescere sensibilmente nei prossimi anni. Ma il Paese è pronto per affrontare questa nuova sfida? In questo contesto è stata presentata oggi in Senato – promossa da Guido Quintino Liris, membro della V Commissione permanente Bilancio di Palazzo Madama, e alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali – l’iniziativa di un’indagine conoscitiva sullo stato della rete nazionale Alzheimer. L’obiettivo è raccogliere dati, testimonianze e analisi per verificare il grado di prontezza del Servizio sanitario nazionale nella presa in carico dei pazienti e per orientare futuri interventi legislativi. L’indagine mira inoltre a definire le azioni necessarie per garantire l’integrazione delle terapie già disponibili in altri Paesi (come Usa, Cina, Giappone e Australia) nel Ssn italiano, e a proporre un modello di governance uniforme che riduca le disuguaglianze oltre che assicurare un accesso equo e tempestivo ai percorsi di diagnosi, cura e assistenza.
“L’Alzheimer rappresenta una delle più grandi sfide del nostro tempo, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale, economico e umano – afferma Liris – Oggi più che mai è necessario un impegno condiviso per costruire una nuova governance nazionale capace di garantire equità, tempestività e qualità nei percorsi di diagnosi, cura e assistenza”. L’indagine prevede una serie di audizioni che coinvolgeranno ministero della Salute, ministero dell’Università e della Ricerca, Conferenza delle Regioni, Aifa, Istituto superiore di sanità, Agenas, società scientifiche, associazioni di pazienti ed esperti di settore e sarà avviata tra gennaio e febbraio 2026.
L’iniziativa – spiegano in una nota gli organizzatori – nasce dalla consapevolezza della necessità di aggiornare il quadro di governance e di rafforzare la capacità organizzativa del sistema, adottando un approccio sistemico che integri prevenzione, diagnosi precoce, accesso alle innovazioni terapeutiche e presa in carico sul territorio. Il Piano nazionale demenze del 2014, infatti, se a suo tempo ha rappresentato un passo avanti importante, oggi mostra evidenti limiti rispetto alle esigenze attuali: non tiene conto, ad esempio, delle innovazioni e dei progressi in ambito diagnostico e terapeutico, né delle attuali sfide demografiche. Di conseguenza, la mancanza di linee guida aggiornate e integrate con le nuove tecnologie e approcci terapeutici limita la capacità dei professionisti sanitari nella fornitura di cure adeguate. “Su questo tema – sottolinea Alessandro Padovani, già presidente della Società italiana di neurologia e direttore della Clinica Neurologica dell’università di Brescia – ci sarebbe molto da dire, ma potremo cominciare con il modello delle reti oncologiche, ovvero di un sistema che permetta di definire livelli di complessità dal territorio al centro hub, che prevede lo sviluppo di gruppi multidisciplinari in grado di gestire la complessità delle nuove terapie biologiche e personalizzate e focalizzati sulla cura integrata del paziente in ottica olistica e di benessere a 360 gradi”.
“La risposta alla sfida dell’Alzheimer passa da un dialogo costante tra pubblico e privato, fondato sulla condivisione di conoscenze – evidenzia Adele Patrini, presidente di Fondazione per la sostenibilità sociale – È per questo che la Fondazione si pone anche come ponte tra il mondo delle aziende e quello delle istituzioni, favorendo un confronto trasparente e costruttivo che metta al centro il paziente e la qualità delle cure. Collaboriamo da tempo con il cluster neuro e con aziende come GE HealthCare ed Eli Lilly che, insieme, rappresentano un modello virtuoso di alleanza tra ricerca, innovazione e istituzioni. Modello che si pone l’obiettivo di contribuire alla costruzione di una governance nazionale capace di valorizzare l’innovazione a favore dei pazienti”.
“Oggi abbiamo visto un esempio concreto di come le istituzioni, i clinici e le aziende possano fare squadra per migliorare la vita dei pazienti – dichiara William Vaccani, General Manager Pharmaceutical Diagnostics di GE HealthCare Italia – La diagnostica per immagini gioca un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer. In questo contesto, GE HealthCare investe nell’innovazione tecnologica e farmaceutica in ambito Pet e risonanza magnetica per portare soluzioni a supporto dei pazienti e dei loro caregiver”. Aggiunge Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access Italy Hub-Lilly: “L’Alzheimer è oggi una delle principali priorità di salute pubblica, con enormi ricadute sociali che gravano su famiglie e comunità locali. Da oltre trent’anni Lilly è in prima linea nella ricerca di opzioni terapeutiche per questa patologia. E’ fondamentale intervenire precocemente: una diagnosi precoce può restituire tempo e qualità di vita. Ecco perché, oggi più che mai, è necessaria una forte sinergia tra pubblico e privato per implementare diagnosi e presa in carico precoce, collaborando nello sviluppo di nuovi modelli sanitari che rendano accessibile l’innovazione terapeutica a tutti coloro che sono ancora in attesa di una speranza di cura”.
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Scritto da: News News
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