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Politica

Cassazione francese: niente estradizione per i terroristi rossi

today28/03/2023 4

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E’ di oggi la conferma della sentenza della Corte d’Appello del giugno del 2022 per la quale i dieci terroristi italiani ex-brigatisti rossi per i quali era stata chiesta l’estradizione, rimarranno in Francia. Le motivazioni? 

Il dispositivo annunciato stamane a Parigi dalla Corte di Cassazione respinge i ricorsi presentati dal procuratore generale contro le decisioni della Corte d’Appello, ritenendo che i motivi addotti dai giudici, che discendono dal loro apprezzamento sovrano, sono sufficienti. Il parere è definitivo.

Chi sono questi dieci che lo stato italiano reclama?

L’ex di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani, (22 anni per l’omicidio del commissario Calabresi) e sei ex delle Br, tra cui Marina Petrella, (l’omicidio del generale Galvaligi), e Roberta Cappelli, (ergastolo per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all’incolumità). Giovanni Alimonti, (tentato omicidio di un vicedirigente della Digos), Sergio Tornaghi, (ergastolo per l’omicidio di Renato Briano, direttore generale della Ercole Marelli), Maurizio Di Marzio (5 anni per tentato sequestro dell’ex dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone); Enzo Calvitti 18 anni per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi). Raffaele Ventura, (20 anni per concorso morale nell’omicidio a Milano del vicebrigadiere Antonio Custra, Luigi Bergamin, (25 anni per associazione sovversiva, banda armata e concorso in omicidio), Narciso Manenti, (ergastolo per omicidio aggravato dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri.)

Per quale motivo la Francia si è sempre opposta a queste estradizioni di soggetti condannati dalla giustizia italiana in via definitiva?

La risposta è nella cosiddetta Dottrina Mitterand.  Il presidente Francois Mitterand, confermò l’impegno nel 1985, di non perseguire ex attivisti dell’estrema sinistra italiana rifugiati in Francia, che avessero cessato ogni legame con i loro gruppi di riferimento, quindi anche la rinuncia all’uso della violenza, e che non fossero ricercati per reati di sangue.

Occorre considerare che nel periodo successivo ai cosiddetti anni di piombo, i ricercati dalla magistratura italiana, anche per reati minori, ma sempre legati al terrorismo rosso, che avevano riparato in Francia erano circa 300. E tutti beneficiarono della Dottrina Mitterand.

Per questi dieci, che seguivano ancora un iter giudiziario ora arrivato in cassazione, il massimo grado della Giustizia francese ha confermato la sentenza d’appello, negando l’estradizione.

I due ministri della Giustizia francese e italiana, Dupond-Moretti e Nordio si sono sentiti telefonicamente. Ma aldilà di una dichiarazione del primo che ha espresso il suo rispetto per la sentenza della massima corte,  non è dato sapere  cosa abbia riposto Nordio. Forse nei prossimi giorni esprimerà le sue opinioni sull’esito del processo

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