Russia-Ucraina: la tentazione di farla… finita

Per Alexander, come riporta l’agenzia di stampa Belta, le armi nucleari tattiche che la Russia trasferirà in Bielorussia serviranno da deterrente contro una potenziale aggressore e non dovrebbero esserci esitazioni nell’usarle se necessario. Venerdì, durante un incontro a Sochi, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che armi nucleari tattiche russe saranno trasferite il territorio bielorusso il 7-8 luglio prossimi.

Sembra quasi una risposta alla mossa della coppia Putin-Lukashenko, l’annuncio dell’amministrazione Biden che gli Usa potrebbero fornire all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito. Questo dopo settimane di discussioni sull’equipaggiamento dei tank Abrahams che Washington sta fornendo alle forze ucraine. Lo rivela il Wall Street Journal, riportando fonti di funzionari americani e ricordando come quel tipo di munizioni abbia sollevato diversi dubbi e preoccupazioni per gli effetti sulla salute e sull’ambiente.

In realtà, queste scelte rivelano come la guerra stia durando troppo per entrambe i contendenti e siano tentati di fare il salto di livello da armamenti tradizionali a armi nucleari tattiche o munizioni all’uranio impoverito, cercando così di dare la spallata definitiva all’avversario e porre fine al conflitto.

Ma il rovescio della medaglia di questa opzione è l’escalation verso armi sempre  più distruttive, e quindi il passo successivo sarebbe quello di passare al livello delle armi nucleari convenzionale. Ma questo, almeno da parte dell’Ucraina, vorrebbe dire uno spostamento dello scontro, arrivando ad un confronto diretto Usa, e quindi Nato (e quindi anche Ue) contro Russia. Questo imporrebbe a Cina, India e altri stati di schierarsi e, a quel punto, il conflitto assumerebbe delle dimensioni globali