
In Italia ha superato i 2 milioni di euro nel weekend considerando i 5 giorni di programmazione: Indiana Jones e il quadrante del destino prende facilmente la testa del box office. E’ il risultato di una macchina hollywodiana per fabbricare sogni e soldi. Ma ci si aspettava di più? Decisamente sì, almeno a sentire quello che arriva dagli Usa.
Per i dirigenti della Walt Disney Co. e della Lucasfilm, gli spettatori non si sono precipitati a teatro in numero significativo per vedere Indiana Jones e il quadrante del destino e dire addio a Harrison Ford nei panni dell’iconico archeologo.
Il film, secondo quanto riferito, con un budget di oltre $ 250 milioni di dollari, è arrivato al minimo delle aspettative dei produttori con 60 milioni dollari di biglietti venduti da 4.600 sale nordamericane.
Includendo 70 milioni di dollari dalle proiezioni internazionali in 52 mercati, ha celebrato un debutto globale da 130 milioni di dollari. Certo ha guadagnato facilmente il primo posto, ma a dar retta a diverse voci, non è stato il commiato che qualcuno sperava di alto livello per uno degli accoppiamenti attore / personaggio più iconici del cinema moderno.
La Disney prevede che guadagnerà 82 milioni di dollari a livello nazionale durante le vacanze del 4 luglio e 152 milioni a livello globale.
Dial of Destiny è il quinto episodio a lungo rimandato della serie di avventure creata da Steven Spielberg e George Lucas iniziata nel 1981, e il primo che Spielberg stesso non abbia diretto. Il veterano James Mangold è intervenuto per prendere le redini della sceneggiatura, approvata da Spielberg, che vede un Dr. Jones più anziano che si ritira dal suo lavoro universitario e si lancia in una nuova avventura con la sua figlioccia Helena (interprete Phoebe Waller-Bridge).
Certi esperti giudicano impressionante che un brand di oltre 40 anni sia ancora il numero uno al botteghino. Ma non c’è dubbio che per altri ci fossero maggiori attese per il debutto di questo film, essendo questo Indiana Jones un’icona del film estivo.
Presentato in anteprima a Cannes, con un Harrison Ford che annunciava (non tanto a sorpresa, vista l’età) che questa sarebbe stata l’ultima volta che interpretava il personaggio, poi è stato accolto da recensioni tiepide. Questo è stato inaspettato, dopo che anche il quarto film della serie, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo del 2008, era stato valutato come uno dei meno riusciti. Un altro ostacolo è stato costituito da una parte significativa del pubblico di destinazione, gli spettatori più anziani, che non ha l’abitudine di andare a vedere i film nel weekend del debutto.
Insomma un indiscusso primo posto, ma come al solito l’industria cinematografica hollywoodiana è insaziabile e pare proprio che avrebbe voluto macinare maggiori profitti.