Radio K55
Ancora una guerra, nel martoriato territorio del Caucaso meridionale. Anche stavolta i motivi sono territoriali determinati da un sovranismo estremo su una questione ormai incancrenita. Le forze dell’Azerbaigian da ieri hanno sferrato un duro attacco nel Nagorno-Karabakh , un’enclave armena nel territorio, riconosciuta a livello internazionale come parte dell’Azerbaigian. E le autorità di Baku minacciano di portare quella che non chiamano azione militare, ma operazioni antiterroristica, fino alle estreme conseguenze e finché non ci sia la resa degli indipendentisti.
Intanto il ministro degli Esteri Armeno afferma che Baku si sta preparandosi ad espandere territorialmente le ostilità, e quindi ad attaccare direttamente l’Armenia. Quindi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, dobbiamo aspettarci, grosso modo nella stessa area geopolitica, un’altra invasione?
Dopo la rivoluzione russa del 1917 la neo costituita Federazione Transcaucasica ben presto si divise tra Armenia, Azerbaigian e Georgia. Il territorio del Nagorno Karabakh venne rivendicato sia dagli armeni (che all’epoca costituivano il 98% della popolazione), sia dagli azeri. Dopo la conquista bolscevica del 1920, il territorio venne assegnato, per volere di Stalin, all’Azerbaigian e nel 1923 venne creata l’Oblast’ Autonoma del Nagorno Karabakh. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tra la fine degli anni 1980 e l’inizio degli anni 1990, la questione del Nagorno Karabakh riemerse, con diverse crisi nel corso degli anni che però non portarono mai ad una soluzione del problema
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