Sciopero: Landini, così il governo sta portando il Paese a sbattere

E’ questa l’opinione della Cgil e della Uil che oggi guidano la sciopero (di 4 o di 8 ore) nel Centro Italia (lunedì 20 novembre in Sicilia; venerdì 24 nel Nord, lunedì 27 in Sardegna e venerdì 1 dicembre al Sud). Landini segretario della Cgil ha ribadito che chi oggi è in Piazza del Popolo a protestare, rappresenta la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il proprio lavoro tiene in piedi l’Italia. Persone che oggi non vengono ascoltate da questo governo che sta portando a sbattere il Paese, cosa che tutti insieme si potrà impedire. Tutti coloro che a differenza del governo, hanno in testa l’idea di dare un futuro al Paese e ai giovani. Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil afferma senza mezzi termini che questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono e che hanno pagato per essere qui. E’ una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori

In piazza del Popolo c’è anche un cimitero dedicato ai morti sul lavoro. Si tratta di decine di croci di legno bianco, e sotto ognuna c’è un elmetto da lavoro, rosso o blu, e due rose, sempre rosso e blu, i colori di Cgil e Uil che hanno organizzato questa manifestazione sia contro la legge di Bilancio che contro le scelte politiche-economico di questo governo.

A Milano nel frattempo, davanti  a Palazzo Lombardia, c’erano circa duemila persone , secondo le valutazioni della questura. I lavoratori e le lavoratrici che hanno aderito allo sciopero, si sono riuniti dalle 10 di stamattina per protestare contro la manovra economica, esprimendo, tramite la voce di Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia, il parere che si tratti di una manovra iniqua, che è favorevole agli evasori e che non va a prendere dove sono i soldi che servono per le politiche pubbliche. Non risponde alle esigenze di salari e pensioni e soprattutto imposta una politica di Stato sociale imperniata su tagli che è assolutamente da rifiutare