Uno smisurato iceberg, se così si può ancora chiamare, vista la sua ampiezza, 1550 chilometri quadrati e il suo spessore di 150 metri. La notizia fa clamore, ma non stupisce, almeno gli scienziati e chi segue da vicino questi fenomeni.
La scoperta, se così possiamo chiamarla, è stata fatta dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea non a caso chiamati “Sentinel”. Non è una sorpresa e nemmeno una scoperta perché dal 2012 si stava formando questa crepa chiamata Chasm-1. Nel corso di dieci anni si è andata estendendo a nord, con momenti di pausa, ma poi allargandosi fino all’irreparabile distacco che si è verificato.
Ma stavolta non è il risultato del riscaldamento globale che pure sui Poli dimostra in modo più eclatante i suoi effetti. Secondo il glaciologo Dominic Hodgson, “questo ‘parto’ era previsto e fa parte del comportamento naturale della piattaforma di ghiaccio di Brunt. Non è legato al cambiamento climatico. I nostri team scientifici e operativi continuano a monitorare la piattaforma di ghiaccio in tempo reale per garantire che sia sicura […] Gli scienziati dell’Esa e di Bas riferiscono che “il distacco degli iceberg da una piattaforma di ghiaccio è seguito da un aggiustamento del flusso di ghiaccio nella piattaforma di ghiaccio”.
Resta l’incognita di quale direzione prenderà questa enorme massa di ghiaccio, più grande dell’isola greca i Rodi, ma la sua traiettoria sarà ben monitorata da satelliti dell’Esa.