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    Radio K55

Economia

La riforma del codice degli appalti

today29/03/2023 26

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Duro intervento di  Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, sul testo del Codice degli Appalti, che è stato approvato nel Consiglio dei Ministri di ieri.

Oggi alla trasmissione radiofonica Zapping su Radio Uno ha dichiarato: Sotto i 150mila euro va benissimo scegliere il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri

Il Presidente si riferiva ad una delle norme previste dal nuovo Codice degli Appalti la quale prevede che sotto la soglia dei 150.000 euro non serve nessuna gara: Si dà mano libera, si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete, il che vuol dire che si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio, sottolinea Busia.

La questione su cui si concorda é che la burocrazia va snellita e vanno rese più celeri e semplici gli iter normativi per realizzare un’opera pubblica, ponte, strada, o tunnel che sia.

Il problema che la semplificazione non deve comportare la rinuncia ai requisiti di trasparenza e integrità che devono sottendere la spesa del denaro pubblico. In Italia abbiamo avuto fin troppi esempi di opere realizzate senza che fossero rispettati i principi contro la corruzione e il malaffare,  che da una parte hanno danneggiato la libera concorrenza e dall’altra hanno portato a realizzazioni che non rispettavano i requisiti tecnici previsti dalla gara e che infine hanno pregiudicato il buon funzionamento dell’opera. Quando questi casi  sono divenuti troppo frequenti, nel 2014 si sentì l’esigenza di istituire un’authority che avesse come fine proprio il contrasto della corruzione, il controllo dell’integrità della pubblica amministrazione, il contrasto dell’illegalità, l’attuazione della trasparenza e il controllo dei contratti pubblici. E nacque l’Anac.

Busia insiste su questi concetti: Non possiamo eliminare la burocrazia che fa controlli per far bene, che fa controlli per rispettare i diritti, che fa controlli perché i soldi vanno spesi bene, per garantire tutti coloro che lavorano nei cantieri e perché si usino materiali corretti. Si spendono meglio i soldi, non si violano i diritti, le opere durano di più e si rispetta la concorrenza. Sono tutti valori che dobbiamo preservare se il Paese vuole crescere. La crescita sana l’abbiamo così.

Massimiliano Fredriga, leghista, governatore del Friuli Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni, è di avviso diverso: Tutte le procedure che vanno a semplificare e ottimizzare gli interventi a livello nazionale sono da vedere positivamente. Penso sia ciò che ha rallentato il Paese in questi decenni, dove si è avuta la paura di fare delle scelte ed è comodo forse non farle perché non si alzano polveroni, ma questo significa un Paese fermo, non competitivo, che non offre nuove opportunità di lavoro e nuove opportunità di impresa.

Questa posizione a difesa della riforma trova eco nelle parole del segretario del suo stesso partito, peraltro ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vice-premier, Matteo Salvini, che fa pesare le sue parole: È stato un passaggio importante, per quello che mi riguarda l’iniziativa più importante da 55 giorni, ovvero da quando questa legislatura ha giurato. L’obiettivo del nuovo codice sarà di tagliare burocrazia, tagliare tempi persi, tagliare sprechi e offrire più lavoro.

Fin qui nessun accenno al problema della corruzione. Anzi Salvini  stesso ha avuto modo di criticare L’Anac ribadendo che: Spettano alla politica gli onori e gli oneri di chi decide.

E chi decide è la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che ha tenuto a ribadire che si tratta di : Un provvedimento organico, equilibrato, frutto di un lavoro qualificato e approfondito, che permetterà di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci. E che rappresenterà anche un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della Nazione.

Anche dalla premier nessun accenno al problema corruzione e nemmeno sui controlli degli inevitabili sub-appalti che le opere richiedono. Piuttosto qualche preoccupazione per il PNRR . Infatti a tal proposito  D’Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha fatto notare come : il nuovo Codice degli appalti non è un salto indietro nel tempo, semmai è un modo per essere in tempo, per realizzare tutto quello che ci proponiamo e utilizzare al meglio le risorse del Pnrr, dobbiamo consentire al Paese di fare le cose che servono nel tempo giusto.

Certo la maggior rapidità nelle realizzazioni non dovrà più permettere di perdere prestiti a fondo perduto o finanziamenti a tassi minimali come il PNRR, questa è una preoccupazione che assilla governo e opposizione, fare e bene e fare presto. Ma sarà questa la strada?

Intanto per bocca di Salvini torna l’attenzione per la tempistica: Conto che i 230 articoli del Codice degli appalti siano approvati entro il 31 marzo e che durino qualche anno perché dobbiamo mettere a terra gli investimenti.

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