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    Radio K55

Economia

Ma la settimana corta potrebbe essere ancora toppo lunga?

today14/03/2023 68

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Quattro giorni feriali posson bastare? Questa è la domanda delle domande, soprattutto per quei pochi (o pochissimi) che ricordano i tempi in cui addirittura il sabato era lavorativo o almeno semi-lavorativo.

Ma il dibattito della settimana con quattro giorni dedicati al lavoro, non è cosa di oggi. E si intreccia da tempo con altri temi del lavoro: il part-time (ormai cosa vecchia), il lavoro flessibile (ancora abbastanza sperimentale), lo smart working (tutta colpa della pandemia)… Ma è solo voglia di lavorare di meno? O, come sostengono non pochi, si tratta di farlo meno ma farlo meglio?

Adesso a far il punto arriva la Randstad, una multinazionale olandese che dal 1960 opera in 40 paesi nel settore della ricerca, selezione e formazione nell’ambito del lavoro.

Il Randstadt Workmonitor è stata un’indagine su 34.000 lavoratori (di cui 1000 italiani) per saggiare il gradimento sulla settimana cortissima. Ed è circa un terzo dei nostri lavoratori a gradire una settimana lavorativa di quattro giorni. Il 9% lo vorrebbe in orari tradizionali, ma in giorni diversi. Il 14% in orari diversi (mattina presto, sera tardi…etc). Il 6% vorrebbe lavorare di notte. Ma ben il 43% gradisce gli attuali giorni ed orari.

Ma poi rispunta l’altra grande variabile: La flessibilità.

Infatti ben l’83% dei lavoratori italiani propende per la flessibilità, che nell’ultimo anno è stato sperimentato da ben il 27% degli intervistati, e dovrebbe concretarsi nella scelta in autonomia del proprio orario.

Come fa notare Valentina Sangiorgi, Chief hr Officer di Randstad, i risultati sono interessanti, ma intanto va valutata l’applicazione dei quatto giorni lavorativi su larga scala e poi occorre considerare cosa richiedono le varie tipologie di lavoro, i desiderata degli interessati e le esigenze delle aziende, di piccole e grandi dimensioni che siano.

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