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    Radio K55

Politica

Sfida all’ultimo Pd

today20/02/2023 44

Background
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Bonaccini, dopo le votazione dei circoli dem, viaggia come un panzer. Raccoglie il 53% delle preferenze, staccando di 18 punti la più prossima candidata alla segreteria del partito, Elly Schlein (34%)

Gli altri due candidati sono sotto la doppia cifra, Cuperlo quasi all’8% e De Micheli a poco più del  4%.

Sembra quindi una vittoria facile, ma di mezzo c’è la sfida di domenica prossima nei Gazebo che vedrà votare iscritti, simpatizzanti e fiancheggiatori, per scegliere il segretario.

Certo tutto può succedere, ma un candidato che si porta dietro 80.000 voti dei 150.000 che hanno votato nei circoli è in una posizione che indicare come favorita è dire poco.

La Schlein può essere definita una new entry del partito, una outsider e forse potrebbe raccogliere di più all’esterno delle strutture del Pd, intercettare i voti dei più giovani che vorrebbero un partito meno partito, un rinnovamento più deciso, e inoltre potrebbe raccogliere le preferenze di chi gradirebbe un partito più radicale e più di sinistra.

Bonaccini, per quante innovazioni abbia intenzione di apportare, è quello dei due che rimane più vicino alla forma di partito tradizionale e non troppo lontano dal Pd che Enrico Letta lascia ai suoi successori.

I due schieramenti sono sostanzialmente assestati su posizioni abbastanza diverse. Bonaccini, forte della sua esperienza come presidente della regione Emilia Romagna, è un sostenitore delle larghe intese, anche se non a tutti i costi. D’altronde nella sua ultima elezione puntava proprio su uno schieramento largo che, allora, ebbe l’appoggio addirittura del cosiddetto “popolo delle sardine”, schieramento che lo fece vincere contro il favorito Salvini.

La Schlein dà invece la precedenza alla funzione di difesa delle categorie più deboli della società, per poter recuperare lo storico compito della sinistra e, come metodo, pone un programma che parta da questa base per poi aggregare tutti coloro che condivideranno questi principi.

La domanda che fa paura è: il virus dell’astensione colpirà anche le primarie del Pd?

Sarebbe un pessimo segnale per il partito innanzitutto, ma anche per la politica in senso più  lato. Il Pd, nonostante tutti i suoi problemi, è uno dei partiti più strutturati e più radicati a livello locale. Una disaffezione nei suoi confronti, per di più durante le primarie, testimonierebbe un progressivo distacco dalla politica, se dati gravissimi come l’astensione nella città di Roma, che nelle ultime regionali ha segnato quasi il 70%, non bastassero a dimostrarlo.

Bonaccini e Schelin avversari, ma tutti e due dovranno battere un avversario ben più forte: il non voto.  

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