
Quale legame c’è, se esiste davvero, tra eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici? Più di 50° C nella Death Valley negli Stati Uniti, record assoluto di 45,3° C in Catalogna, più di 43° C a Phoenix negli ultimi 24 giorni. Secondo uno studio della rete ambientalista World Weather Attribution (WWA), senza il cambiamento climatico tali ondate di calore sarebbero state virtualmente impossibili in Europa e negli Stati Uniti. Questa rete scientifica, che valuta il legame tra eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici, ritiene inoltre che i cambiamenti climatici abbiano reso l’ondata di calore in Cina almeno 50 volte più probabile. I cambiamenti climatici, causati dalle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo, hanno reso le ondate di calore più calde, più lunghe e più frequenti, secondo il WWA.
Le recenti ondate di calore non sono più eventi eccezionali e quelle future saranno ancora più intense e più frequenti se le emissioni non saranno ridotte rapidamente, concludono i ricercatori. Sebbene fenomeni naturali come gli anticicloni El Nino possano contribuire a scatenare queste ondate di calore, il riscaldamento delle temperature globali dovuto alla combustione di combustibili fossili è la ragione principale per cui sono così gravi, sottolinea il WWA. Per giungere a queste conclusioni, gli autori dello studio, sette scienziati provenienti da Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti, hanno utilizzato dati meteorologici storici e modelli climatici per confrontare il clima odierno con quello del passato.
Gli scienziati hanno prestato particolare attenzione ai periodi in cui il caldo è stato “più pericoloso”: dal 12 al 18 luglio nell’Europa meridionale, dall’1 al 18 luglio negli Stati Uniti occidentali, in Texas e nel Messico settentrionale, e dal 5 al 18 luglio nella Cina centrale e orientale.
Hanno concluso che il riscaldamento globale sta esacerbando l’intensità delle temperature: con il riscaldamento globale, le ondate di calore in Europa sono più calde di 2,5° C, quelle in Nord America di 2° C e quelle in Cina di 1° C. Secondo la NASA e l’osservatorio europeo Copernicus, il luglio 2023 diventerà il luglio più caldo mai registrato.
Nel clima odierno tali eventi possono verificarsi ogni 15 anni circa in Nord America, ogni 10 anni nell’Europa meridionale e ogni 5 anni in Cina, ha spiegato Mariam Zachariah, scienziato dell’Imperial College di Londra, che ha contribuito allo studio. Queste ondate di calore diventeranno ancora più frequenti e si verificheranno ogni due-cinque anni se il riscaldamento globale raggiungerà i 2° C, cosa che, a suo avviso, potrebbe accadere tra circa trent’anni.