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Salute e Benessere

Chi è Lorenzo Guglielmetti, l’italiano fra i 100 del Time più influenti nel mondo della salute

today10/05/2025 - 13:07 4

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Data di pubblicazione: 10/05/2025 alle 13:07

(Adnkronos) – Da cervello in viaggio per il mondo a cervello di ritorno. Lorenzo Guglielmetti, 42 anni, direttore del progetto EndTb, con Medici senza Frontiere ha trascorso davvero tanto tempo con la valigia in mano. Il suo colpo di fulmine scientifico: lo studio della tubercolosi resistente ai farmaci. Un incontro nato "un po' per caso. Ma poi ci siamo trovati e non ci siamo più lasciati", sorride, raggiunto al telefono dall'Adnkronos Salute. E proprio uno studio sulla Tbc resistente alla rifampicina, pubblicato quest'anno sul 'New England Journal of Medicine' gli è valso un importante riconoscimento: è stato inserito nell'elenco delle 100 persone più influenti del settore salute secondo la rivista 'Time'. E ora si appresta a tornare in Italia, dove da giugno comincerà una nuova parentesi lavorativa, all'Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. "Le malattie infettive mi hanno sempre ispirato – spiega Guglielmetti – E' molto soddisfacente trattarle, perché si riesce a vedere un risultato, si riesce a curare. Di solito con i pazienti si ottiene un risultato in fretta". Ma non sempre è così. Alcune sfide sono più complicate di quel che si pensi. C'è poi l'aspetto umanitario: "Queste sono proprio le malattie delle disuguaglianze, delle fasce più marginali delle società, le grandi malattie neglette che hanno un impatto globale", osserva. Sebbene sia personale, "il riconoscimento del Time è un riconoscimento al lavoro che è stato fatto in questo progetto nato quasi 15 anni fa, portato avanti con diversi partner da 3 Ong: Msf, Partners In Health (Pih), e Interactive Research and Development (Ird) – sottolinea – Un lavoro di ricerca ma anche molto di advocacy per cercare di migliorare il trattamento della tubercolosi resistente attraverso questi nuovi farmaci, creando nuove combinazioni di molecole in un ambito in cui c'è pochissimo interesse da parte delle case farmaceutiche e pochissimo finanziamento". L'obiettivo è dunque "riempire un vuoto".  Nello studio pubblicato su 'Nejm', spiega Guglielmetti, "abbiamo proprio identificato tre nuove associazioni di farmaci – combinazioni di 4 o 5 farmaci, alcuni nuovi, altri più vecchi – che con un trattamento di 9 mesi permettono di avere degli ottimi risultati nel trattare la tubercolosi resistente alla rifampicina" e quindi aiutare le 410.000 persone colpite ogni anno da questo ceppo. E' un trattamento "molto più corto" rispetto a quello storico di 18-24 mesi, "funziona almeno altrettanto bene, sono tutti farmaci orali, non ci sono iniezioni". La tubercolosi non si guadagna quasi mai le prime pagine dei giornali, riflette il ricercatore, "si lotta per avere un po' di attenzione sul tema ed è assurdo se si pensa che, tra tutte le malattie infettive, la Tbc è l'agente che causa più morti ogni anno – 1,3 milioni di morti – e più di 10 milioni di casi. Un problema di sanità pubblica enorme, la pandemia più antica, e siamo lontanissimi dall'averla sconfitta. Penso dunque sia importante che si accendano i riflettori, specie in questa fase, con i tagli che sono stati fatti. Basti pensare che gli Stati Uniti hanno tagliato il 40% di tutti gli aiuti alla presa in carico della Tbc a livello mondiale". Gli impatti previsti "sono molto gravi: 30% di casi in più e più morti. Potenzialmente si ritorna indietro di decenni". 
Guglielmetti, dopo la specialità in Malattie infettive all'università di Verona, si è messo in moto. "Adesso sono circa 11 anni che sono partito e sono andato a Parigi e da circa 10 anni lavoro con Msf. Sono partito in missione all'inizio, per uno o due anni, e ho lavorato sulla tubercolosi resistente come medico. Dal 2017 mi sono impegnato in questo progetto EndTb, che mi ha permesso di viaggiare nei 7 Paesi in cui abbiamo condotto questi studi, e adesso siamo alla fine, stiamo chiudendo dopo 8 anni".  
Progetti per il futuro? Per Guglielmetti questo è un "momento di transizione". E' infatti in programma, come spiegato, "il ritorno in Italia. Riparto dall'ospedale di Negrar e continuerò a lavorare sulla Tbc, sempre inseguendo l'obiettivo di migliorare il trattamento".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scritto da: News News

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