Radio K55
Data di pubblicazione: 23/05/2025 alle 16:48
(Adnkronos) – Sono giunte oltre tremila adesioni da tutta Italia, tra amatori, professionisti, cantori esperti e principianti, ma soprattutto giovani, che l'1 e il 2 giugno, guidati da Riccardo Muti al Pala de Andrè, per il Ravenna Festival, saranno i protagonisti di una master class aperta al pubblico, un'occasione preziosa, anche per la platea alla scoperta di tutto il lavoro che si cela dietro un'esecuzione musicale. Il progetto, 'Cantare amantis est' si ispira alle parole di Sant'Agostino 'cantare è proprio di chi ama', ed è curato da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi. Gli interpreti si misureranno con alcune tra le pagine più celebri di Giuseppe Verdi ('Va pensiero' dal 'Nabucco', 'Patria oppressa!' da Macbeth e 'Jerusalem!…Jerusalem', da 'I Lombardi alla prima crociata'). "In un momento drammatico -aveva annunciato Riccardo Muti – in cui il mondo è una polveriera accesa, in cui le persone continuano a morire sotto le bombe, i popoli europei si chiedono se investire sulle armi, mentre i terremoti fanno migliaia di vittime e distruzione, i bambini vengono privati della vita e di un futuro. In questo momento – aveva aggiunto – ho voluto lanciare una 'chiamata', un appello rivolto a tutte e tutti, senza distinzione di provenienza, età, sesso, professioni, religioni". Musica e canto, dunque, come passione, condivisione e anelito verso la pace. "Cantare e far musica insieme è l'esempio più vivo di una società che attraverso l'armonia e la bellezza tende al bene comune", aveva spiegato il celebre maestro. "Una sfida, una nuova avventura per il maestro Muti – spiegano all'Adnkronos Anna Leonardi e Michele Marco Rossi – Un coro composto da oltre tremila persone, che vanno dalle 'voci bianche', quasi 100 bambini, ai quasi novantenni guidate dalle parole di Sant'Agostino, 'Cantare amantis est'. Quasi un segno del destino, ci farebbe piacere che il messaggio di questo progetto arrivasse anche al nuovo pontefice Leone XIV. In fondo il canto ha una potenza emotiva e evocativa, le persone si sintonizzano, si 'intonano', si accordano tra di loro". "Messaggio umano e politico – proseguono – soprattutto oggi, in un mondo di divisioni. Essere all'unisono, senza essersi mai visti…mi sembra un segnale meraviglioso, comunità di sconosciuti che si ritrovano sotto il segno della musica". Il maestro Muti rimane il faro luminosissimo di questa avventura. "Muti incarna la musica, non soltanto come cultura, ma anche come ricerca continua – spiegano ancora i due curatori – Per lui c'è sempre qualcosa da scoprire, da approfondire. E' un maestro anche in questo, con la sua energia, una forza della natura, convinto che la musica ci possa realmente trasformare in persone migliori". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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