Radio K55
Data di pubblicazione: 23/09/2025 alle 00:06
(Adnkronos) – In un contesto contrassegnato da una profonda crisi di liquidità, anche a causa dei mancati contributi al bilancio Onu da parte degli Usa, si è aperta la Settimana ad Alto Livello dell'80ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni, che fino a lunedì prossimo vedrà alternarsi sul podio del Palazzo di Vetro tutti i principali leader mondiali. Come da tradizione decennale, il primo a parlare, dopo il segretario generale dell'Onu e la presidente dell'Assembra Generale, sarà il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva, seguito dal capo della Casa Bianca, Donald Trump, in qualità di Paese ospitante. La portavoce Karoline Leavitt ha confermato che il presidente Usa terrà incontri bilaterali con il leader ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente argentino Javier Milei, il segretario generale dell’Onu António Guterres e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. È inoltre previsto un vertice congiunto con i leader di Qatar, Arabia Saudita, Indonesia, Turchia, Pakistan, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Giordania. Oltre ai colloqui, Trump pronuncerà nella mattinata un "importante discorso per celebrare il rinnovato vigore dell’America nel mondo" e in serata parteciperà a un ricevimento con i capi di Stato e di governo presenti all’Onu. Quanto alla questione di Gaza, Leavitt, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha ricordato che Trump si è detto contrario alle decisioni di vari Paesi di riconoscere lo Stato di Palestina, giudicandole controproducenti. "Il presidente è stato molto chiaro, non è d’accordo con questa decisione perché ritiene che non serva a liberare gli ostaggi, che è l’obiettivo principale a Gaza, né a porre fine al conflitto. Al contrario, pensa che sia una ricompensa per Hamas". Alcuni eventi di alto livello si sono tenuti già a New York. Senza dubbio il più 'mediatico' è stato la Conferenza sulla 'risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione dei due Stati, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita. L'evento è stato caratterizzato dal riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese da parte della Francia e di altri Paesi, tra cui Andorra, Australia, Belgio, Canada, Lussemburgo, Portogallo, Malta, Regno Unito, San Marino. Per l'Italia ha parlato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, sottolineando come "la situazione umanitaria a Gaza" sia "catastrofica", ha ricordato che "la nostra posizione è chiara. L'Italia è contraria all'occupazione della Striscia di Gaza e a qualsiasi idea di trasferimento della sua popolazione". "Deploriamo la decisione del governo israeliano di espandere gli insediamenti in Cisgiordania", ha dichiarato ancora, per poi aggiungere: "Condanniamo inoltre con la massima fermezza i recenti attacchi terroristici compiuti da Hamas contro la popolazione civile israeliana a Gerusalemme". Il titolare della Farnesina ha poi sottolineato che "non deve esserci futuro per Hamas a Gaza". "Un futuro pacifico per la regione deve iniziare con una Gaza libera da Hamas e riunificata con la Cisgiordania, sotto un'Autorità palestinese rafforzata e riformata", ha aggiunto, per poi sottolineare che "è fondamentale soddisfare le esigenze di sicurezza di israeliani e palestinesi". "Desidero ringraziare l'Indonesia per l'importante lavoro che abbiamo svolto insieme nella co-presidenza del gruppo di lavoro sulla sicurezza, in vista della conferenza di New York che si è tenuta a luglio. Il nostro impegno è operativo e concreto. I nostri Carabinieri sono già presenti in Cisgiordania per addestrare le forze di polizia dell'Autorità palestinese. L'Italia sostiene pienamente anche il dispiegamento di una missione di stabilizzazione a Gaza e di una missione di monitoraggio in Cisgiordania sotto gli auspici internazionali e la bandiera ONU. È fondamentale uno sforzo congiunto dell'intera comunità internazionale. L'Italia è pronta a fare la sua parte". "Siamo pienamente convinti che la strada verso la pace sia ancora percorribile. Come disse Papa Leone XIV, non possiamo abbandonare la speranza di pace. La soluzione dei due Stati, con la coesistenza pacifica di palestinesi e israeliani, è l'unica soluzione praticabile per garantire un futuro di pace e prosperità in Medio Oriente", ha aggiunto. "Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale ottenere il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il ripristino del pieno accesso umanitario". "Dobbiamo concentrarci sul 'giorno dopo'. Esso dovrebbe soddisfare le aspirazioni di israeliani e palestinesi e portare stabilità nella regione", ha proseguito il capo della diplomazia italiana, per il quale "è fondamentale continuare a lavorare per la soluzione dei due Stati ed è essenziale salvaguardarne le fondamenta".
Alle 15 ora italiana prenderà invece il via il Dibattito Generale e, nel corso della giornata, si terranno due riunioni del Consiglio di Sicurezza, una su Gaza e l'altra sull'Ucraina. Il Dibattito Generale costituisce tradizionalmente l'evento centrale della Settimana ad Alto Livello. Il tema scelto dalla neo-eletta presidente dell'Assemblea Generale, l'ex ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, è 'Better together: 80 years and more for peace, development and human rights'. Tra le grandi questioni di attualità internazionale che domineranno prevedibilmente il Dibattito Generale spicca, oltre a Gaza, anche la crisi in Ucraina, con l'atteso incontro a margine tra il segretario di Stato Marco Rubio ed il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Grande rilevanza anche alla questione del programma nucleare iraniano e lo 'snap back' delle sanzioni Onu contro la Repubblica islamica, che torneranno in vigore alla mezzanotte del 28 settembre se nei prossimi giorni non si raggiungerà una nuova intesa diplomatica con Teheran. Centrale sarà anche l'attenzione sul continente africano. Oltre a possibili riunioni sul tema Libia, Sant'Egidio organizza un evento con il presidente della Repubblica Centrafricana il 24 settembre. Non mancheranno inoltre la tradizionale riunione sui Balcani occidentali ospitata dall'Italia,e gli appuntamenti a livello ministeriale Cae, G7 e G20. Tra gli interventi più attesi di oggi, oltre a quello di Trump, ci saranno quelli del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e dei leader di Giordania, Egitto e Qatar. L'emirato è stato teatro nelle scorse settimane di un raid aereo israeliano che ha preso di mira la leadership di Hamas a Doha. Parleranno poi il presidente francese, Emmanuel Macron, e quello polacco, Karol Nawrocki, il cui Paese è stato di recente al centro delle cronache internazionale per la violazione del suo spazio aereo ad opera di presunti droni russi.
Mercoledì sarà la volta del leader ucraino Volodymyr Zelensky, che a margine dell'Assemblea dovrebbe incontrare Trump, mentre sembrano affievolirsi le speranze di organizzare un faccia a faccia con Putin. Nella notte tra mercoledì e giovedì (ora italiana) è previsto l'intervento della premier Giorgia Meloni. Giovedì invece ci sarà il discorso in video-collegamento del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, a cui gli Stati Uniti hanno negato il visto d'ingresso, mentre il giorno successivo sarà il turno del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, del premier cinese Li Qiang e del capo del governo capo del governo britannico, Keir Starmer. Sullo sfondo delle discussioni a New York potrebbe emergere anche il tema della scelta del prossimo segretario generale delle Nazioni Unite considerato che il mandato di Antonio Guterres scade il 31 dicembre 2026 e che il processo di selezione inizia tipicamente un anno prima della scadenza del mandato. All'incarico ambiscono diversi candidati di peso dell'America Latina e Caraibi, gruppo regionale cui spetta esprimere il prossimo segretario generale. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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