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Dazi. Parla l’imprenditore: “È fine globalizzazione, ma può avere effetti positivi”

today02/05/2025 - 17:43 4

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Data di pubblicazione: 02/05/2025 alle 17:43

(Adnkronos) – L'obiettivo di Donald Trump di ridare nuova linfa vitale al settore manifatturiero con i dazi "può paradossalmente avere effetti positivi sul nostro mercato''. Lo dice all'Adnkronos Dimitri Buelli, imprenditore alla guida di Elettrocablaggi, azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di equipaggiamento elettrico per i costruttori di macchine industriali. ''Avranno necessità di macchine e tecnologie per la produzione e se non le realizzeranno continueranno le importazioni importarli dagli altri paesi produttori, come Europa, Cina, Giappone e Corea”. Resta l'incertezza per il futuro. L’applicazione delle tariffe “è stata fatta in modo deciso e repentino e ci mette di fronte alla fine della globalizzazione e al ritorno ai mercati locali e interni – spiega. Siamo di fronte a rotture epocali alle quali seguiranno delle contromosse che però non devono essere quelli di aumentare i dazi. Serve un'Europa unita”. Con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro, Elettrocablaggi è attiva dal 1978 nel campo della realizzazione di equipaggiamenti per l’elettrificazione di macchine industriali per il meccanotessile. Il fatturato ha subito un calo del 25% lo scorso anno, una condizione comune nel mondo dei produttori di macchine: “È stato un anno di congiunture negative, abbiamo subito una contrazione dell’export causato dalla situazione geopolitica globale e dalla crisi tedesca” afferma Buelli. Visti i recenti sviluppi, la preoccupazione è che non si tratti solo di una congiuntura negativa, ma di un radicale cambiamento del mercato per cui “sarà difficile tornare ai livelli di prima” con “contraccolpi tutt’altro che positivi”.  Secondo Buelli, l’attuale politica tariffaria messa in campo dall’amministrazione statunitense è stata realizzata “in modo rozzo”, con calcoli effettuati per imporre le tassazioni che rasentano “la follia allo stato puro”. “Hanno preso la bilancia commerciale di un Paese, poi hanno considerato il deficit tra import ed export di una determinata nazione con gli Usa e l’hanno divisa per due” spiega l’imprenditore. Sul mercato statunitense “ci saranno contraccolpi e difficoltà”, ma la mossa del tycoon per dare nuova vita alla manifattura potrebbe avere ripercussioni positive: "Gli americani necessiteranno di macchine e tecnologie per la produzione e se non le realizzeranno, dovranno importarle dai paesi produttori come Europa, Cina, Giappone e Corea”. L’attesa è per la prospettiva di medio periodo per vedere “se porterà effetti positivi su impianti e macchine”.  Nel frattempo occorre muoversi con contromisure come l’apertura ad altri mercati “con tutte le incognite e difficoltà del caso” perché se tutto si riducesse a uno ‘show of force’ “sarà complicata”. “Come Elettrocablaggi – afferma Buelli – siamo presenti sia in Africa che in Asia. Il primo è un mercato che andrebbe studiato a fondo, ma che necessita in primis di una politica unitaria europea”. L’Unione “deve mostrarsi unita e compatta, oppure non si va da nessuna parte” con una “conduzione politica illuminata e lungimirante che vada nella direzione dell’unità”. Come? Con una guida fatta da “persone competenti e preparate che portino avanti una politica di unione strategica e, soprattutto, unione politica”. “Ne abbiamo estremamente bisogno – rimarca l’imprenditore – anche se al momento siamo lontani da avere questa forza”. Una battaglia che “dobbiamo affrontare in fretta”. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scritto da: News News

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