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Nel paese di ‘Sapore di sale’ si muore di cancro il 10% in meno. Il caso Capo d’Orlando

today03/05/2025 - 09:57 5

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Data di pubblicazione: 03/05/2025 alle 09:57

(Adnkronos) – Capo d'Orlando città generosa: a Gino Paoli ha dato una canzone, ai suoi abitanti un elisir anticancro. Dopo un mese sulla spiaggia del comune messinese, a far la spola "avanti e indietro dalle Eolie" in motoscafo, a mangiare cotto "sul braciere il pesce che si pescava", nei primi anni Sessanta Paoli trovò l'ispirazione per comporre di getto 'Sapore di sale', evergreen dei tormentoni estivi, colonna sonora del film cult con cui vent'anni dopo Carlo Vanzina sbancò al botteghino. Del 'confino dorato' siciliano, seguito a una serata in un locale "fatto da ricchi signori di là", il cantautore oggi 90enne ha parlato in diverse interviste. Ma se 4 settimane trascorse su quella riva tirrenica vista isole hanno regalato all'artista le emozioni per scrivere una hit senza tempo (dedicata forse al suo amore di allora Stefania Sandrelli), una vita passata a Capo d'Orlando offre ai suoi cittadini un dono ancora più speciale: un rischio di morire di cancro ridotto del 10,2%.  E' il dato svelato da una ricerca condotta da Federica Cristiano, specializzanda in Farmacologia all'università di Messina e vincitrice di una borsa di studio bandita da Coop Servizi sociali per sostenere il progetto ideato dall'internista Antonino Mazzone, un figlio di Capo d'Orlando. Obiettivo: "Capire i numeri del cancro nella mia terra". Sui risultati dell'indagine, nella serata di ieri, 2 maggio, si sono accesi i riflettori del Teatro allo Scalo di Capo d'Orlando che ha ospitato il convegno 'Oncologia e Servizio sanitario nazionale: i dati Istat su Capo d'Orlando e le sfide per il futuro'. Già presidente Fadoi (società scientifica di medicina interna) e attuale direttore del Dipartimento medico dell'Asst Ovest Milanese di Legnano, Mazzone ha coordinato l'evento a cui sono intervenuti Lorenzo Maffioli, direttore generale dell'Istituto romagnolo per lo studio dei tumori 'Dino Amadori' – Irst Irccs di Meldola (Forlì-Cesena); Antonio Parenti, direttore Salute pubblica, Cancro e Sicurezza sanitaria, direzione generale Sante della Commissione europea, e Giuseppe Sindoni, dirigente del Servizio per la cybersicurezza Istat. Presenti diversi rappresentanti delle istituzioni locali; moderatori i giornalisti Giuseppina Paterniti (già direttrice del Tg3) e Marco Lanza (ex La7).  "I dati emersi – spiega Mazzone all'Adnkronos Salute – mostrano chiaramente che la mortalità per tumori a Capo d'Orlando, e più in generale in Sicilia, è inferiore rispetto alla media nazionale". Nella località messinese, in particolare, "si registra una riduzione di oltre il 10% della mortalità per tutte le neoplasie rispetto al dato italiano". Perché? "Principalmente per 2 fattori", risponde il medico. "Oltre a una partecipazione attiva e consapevole ai programmi di screening oncologico", il segreto sono "stili di vita più salutari", aiutati da un paniere di prodotti "iconici" per chi come Mazzone li conosce da sempre. Ingredienti "miniera di vitamina C, acidi grassi omega-3 e proteine nobili": un olio Evo di qualità, limoni da festival (la Limun'aria che ogni primavera colora il paese), pesce azzurro celebrato da una sagra ospitata dalla piazzetta di San Gregorio. Il borgo che fece da culla a 'Sapore di sale'.  Lo 'Studio di prevalenza delle malattie oncologiche come causa di morte nel territorio del Comune di Capo d'Orlando. Confronto con dati regionali, nazionali ed europei' – questo il titolo della ricerca – si è basato su numeri Istat ed Eurostat e ha riguardato il periodo 2014-2021. Sette anni nei quali a Capo d'Orlando sono stati registrati complessivamente 1.057 decessi, il 58,3% tra gli uomini e il 41,7% tra le donne. I tumori hanno rappresentato la seconda causa di morte (27%) dopo le malattie cardiovascolari (40%); al terzo posto, a distanza, le patologie endocrinologiche e del metabolismo (7%). Fra i decessi per cancro, il 20% è riconducibile al tumore di bronchi e polmone, seguito dai tumori al colon (il 9% delle morti oncologiche), a seno e pancreas (7% rispettivamente), a prostata e stomaco (5% ciascuno). Quasi una morte per cancro su 2 (47%) è collegata invece ad altre sedi tumorali. Il tasso di mortalità oncologica maschile appare "sistematicamente superiore" a quello femminile, in linea – si precisa nell'elaborato – con "la letteratura epidemiologica che attribuisce tale differenza a fattori biologici, comportamentali e ambientali". A prescindere dall'anno considerato, si evidenzia un progressivo incremento del tasso grezzo di mortalità per tutte le cause al crescere dell'età, con un aumento particolarmente marcato negli over 85.  Analizzando l'andamento della mortalità per cancro a Capo d'Orlando nel periodo in esame, lo studio certifica "una sostanziale stabilità dei tassi fino al 2020", l'anno dello 'tsunami Covid' in cui si è registrato "un incremento marcato del tasso di mortalità oncologica (3,42 decessi per 1.000 abitanti)", frutto di "un possibile impatto diretto e indiretto della pandemia, con effetti sulla diagnosi precoce e sulla continuità assistenziale". Nel post-Covid "si osserva una lieve riduzione della mortalità a Capo d'Orlando, mentre in Sicilia e in Italia i valori rimangono relativamente stabili", come pure in Europa, a riflettere "una capacità di recupero differenziata per le diverse aree geografiche". Zoomando sulle diverse forme di cancro, soprattutto per i tumori di colon retto e mammella – oggetto di programmi nazionali di screening – spiccano i trend decrescenti rilevati dall'analisi, ricondotti proprio a un'adesione ai controlli periodici e quindi alla diagnosi precoce, unita al miglioramento delle terapie. Altro dato citato come "interessante" è il "declino costante" osservato per il tumore del pancreas, "noto per la sua prognosi sfavorevole".  "Se si prende in considerazione il tasso grezzo di mortalità medio per 1.000 abitanti negli anni 2014-2021 (escludendo il 2020 per la pandemia Covid-19), emerge come il tasso sia inferiore a Capo d'Orlando e in Sicilia rispetto all'Italia e all'Europa", sentenzia il confronto. E "se si esclude anche l'anno 2021, i tassi di mortalità medi per neoplasia si riducono ulteriormente in Sicilia e a Capo d'Orlando". Formule epidemiologiche alla mano, ecco il dato chiave: con un "tasso grezzo di mortalità a Capo d'Orlando di 2,65 per 1.000 abitanti" e un "tasso grezzo di mortalità in Italia di 2,95 per 1.000 abitanti", la matematica vuole che "la proporzione tra il tasso di mortalità grezzo di Capo d'Orlando e quello dell'Italia è circa 0,90. Questo significa che, rispetto alla media italiana, a Capo d'Orlando si registra una riduzione della mortalità del 10,2%". Per l'esattezza, nel paese di 'Sapore di sale' si muore di cancro il 10,17% in meno che, mediamente, nel resto della Penisola.  Ma qual è la 'ricetta' di Capo d'Orlando? Lo studio chiama in causa un mix di fattori protettivi. Il primo: "Stili di vita salutari. In particolare, un'elevata aderenza al modello alimentare mediterraneo, associata a minori tassi di tabagismo e a una discreta diffusione dell'attività fisica". Lo scudo anticancro che protegge il comune messinese, dunque, sta innanzitutto nel piatto: come noto, "frutta e verdura sono ricchi di composti fitochimici bioattivi come vitamine, fibre, carotenoidi e polifenoli, che hanno proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e anticancerogene. Questi nutrienti contribuiscono alla riduzione dello stress ossidativo, alla protezione del Dna e alla modulazione dei processi infiammatori e proliferativi che sono alla base della cancerogenesi". Altro pilastro della dieta mediterranea è "l'olio extravergine di oliva, ricco di acidi grassi monoinsaturi e polifenoli, noti per il loro effetto protettivo sulle membrane cellulari e sul sistema cardiovascolare e per la loro attività di modulazione epigenetica che può contribuire alla prevenzione dei tumori". Infine, il pesce fresco che deliziò anche Gino Paoli, i suoi musicisti e le loro famiglie in quel mese del 1963.  "Dati epidemiologici confermano un'associazione significativa tra la frequenza del consumo di frutta, verdura e pesce e una riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause", si ricorda nell'analisi che entra nel dettaglio: rispetto a non mangiarne quasi mai, chi consuma più di una porzione al giorno di verdura ha un rischio di mortalità ridotto del 74%, chi supera una dose quotidiana di frutta taglia il rischio di mortalità del 61%, chi assume pesce 3 o più volte a settimana lo riduce del 57%. Dieta sana a parte, come secondo elemento che difende dai tumori gli abitanti della città di 'Sapore di sale' la ricerca indica una "partecipazione attiva ai programmi di screening oncologico che consentono una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, riducendo l'impatto clinico della patologia". In conclusione, dietro il 'caso Capo d'Orlando' c'è "una sinergia virtuosa tra alimentazione sana, risorse naturali e cultura del benessere".  Per riassumere lo spirito che ha animato il suo progetto, Mazzone ricorre a un aforisma: "La qualità è un viaggio, non una destinazione". Da qui il desiderio, attraverso lo studio, di "orientare la ricerca verso una riflessione sui temi della prevenzione, della promozione della salute e dell'adozione di buone pratiche cliniche fondate su solide evidenze scientifiche". Perché "la qualità in ambito sanitario non si esaurisce nell'esecuzione tecnica delle prestazioni – è la convinzione dell'internista – ma richiede un impegno costante al miglioramento. La qualità si manifesta nella capacità del sistema sanitario di leggere i bisogni emergenti, rispondere con prontezza e valorizzare strumenti fondamentali come la prevenzione e l'intervento precoce. Riconoscere la qualità significa valorizzare ciò che funziona, guidandosi con i numeri, l'evidenza e l'esperienza. E nel mio paese d'origine – chiosa orgoglioso Mazzone – la qualità si riconosce: nei dati, nei comportamenti, nei risultati". Grazie alla scienza, Capo d'Orlando trova oggi un nuovo motto: "Bellezza che si vede, salute che si vive". (di Paola Olgiati) —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scritto da: News News

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