Radio K55
Data di pubblicazione: 22/07/2023 alle 10:23
Qual è la notizia del 20 luglio 2023 di cui non si può fare a meno di parlare ? Quale parola viene ripetuta più volte su tutte le prime pagine di tutti i giornali, spesso seguita da un paio di cifre ?
Bravi, avete indovinato, il caldo.
Sia che si presenti in forma di allarme temperatura massima, pare 47,5 gradi in Sicilia, oppure di temperatura minima che non scende sotto i 30 gradi, di caldo si parla assai, ma non solo.
Infatti subito dopo la parola caldo viene il cambiamento climatico. Così dal caldo si rimbalza al freddo in un amen!
Infatti, ieri il dio del maltempo, che gli umani preferiscono chiamare “downburst”, con tutta una serie di spiegazioni tecniche per descrivere le ragioni dei suoi improvvisi cattivi umori, ha letteralmente preso a sassate, come in una scena di lapidazione di un’adultera del Vecchio Testamento, tutti i viventi e non viventi di buona parte del Veneto occidentale lanciando sanpietrini di ghiaccio di dimensioni tipo queste:
oppure queste
Questo iracondo dio dell’afa e del maltempo, a cui ogni serio psicologo farebbe una bella diagnosi di disturbo dell’umore di tipo bipolare che tanto va per la maggiore, non contento, ha pure soffiato con venti capaci di abbattere interi versanti di boschi del Cadore, tanto violenti che lo stesso Vento Matteo sarebbe tornato a rinchiudersi nella caverna da dove fu liberato, nel noto racconto fiabesco di Dino Buzzati – “Il segreto del bosco vecchio” – che proprio in quei posti ambienta tutti i suoi magici accadimenti.
Sentite questa descrizione tratta dalla Repubblica di ieri: “Alberi spezzati come stuzzicadenti, tronchi in strada o in bilico sui fili della corrente, torrenti di acqua fangosa portata dalle precipitazioni in quota, coperture in lamiera strappati dalle case come vecchi adesivi senza colla e scagliati lontano anche a centinaia di metri. Sono state misurate raffiche superiori a 140 km/h in quota, nella zona di Cortina d’Ampezzo.”
E’ finito il tempo della natura che ci parla e che ci intende. Nell’ultima pagina del racconto Vento Matteo muore salendo lentamente nel cielo fino a svanire e salutando il suo amico Benvenuto con queste parole: “Questa è forse la notte famosa in cui finirai di essere bambino. non so se qualcuno te lo ha detto. Di questa notte i più non si accorgono, non sospettano nemmeno che esista, eppure è una netta barriera che si chiude all’improvviso… Tu domani sarai molto più forte. Domani comincerà per te una nuova vita, ma non capirai più molte cose: non li capirai più, quando parlano, gli alberi, né gli uccelli, né i fiumi, né i venti. anche se io rimanessi, non potresti, di quello che dico, intendere più una parola. Udresti sì la mia voce, ma ti sembrerebbe un insignificante fruscio, rideresti anzi di queste cose. No forse è meglio così che ci separiamo al punto giusto.”
Anche gli umani terrestri con l’ingresso nell’era illuministica della ragione, sono usciti dall’infanzia dell’umanità, ma così facendo si direbbe che hanno perso la capacità di parlare con la natura e di intendere le sue parole.
C’è chi scrive, come il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti – “Il tramonto dell’Occidente nella lettura di Heidegger e Jaspers” – che l’umanità nel corso degli ultimi secoli è passata da una visione teologica, ovvero fondata su dio, ad una ontologica, ovvero fondata sull’essere, per approdare infine ad una visione egologica, ovvero fondata sull’Io. Un modo di intendere la realtà che si appella non alle leggi di Dio o a quelle della natura, ma ad un Io come casa della ragione che a sua volta detta le leggi del mondo.
Sembra che quanto stia accadendo in riferimento alla Crisi Climatica dia conferma a Galimberti. Come reagisce l’uomo di fronte alla sempre più chiara comprensione di come le attività umane stiano irreversibilmente cambiando la Madre Terra e le sue antiche attitudini nutritive e maieutiche nei confronti delle creature che vi abitano ?
Si potrebbe immaginare opportuna una riflessione autocritica sull’impostazione egologica del pensiero umano per tornare ad una più ecologica ? Ebbene no, accade qualcosa d’altro.
Il corrispettivo di una visione egologica a livello delle identità nazionali si chiama sovranismo, oppure interesse nazionale, come preferite. Ma sovranismo è l’esatto contrario di sovranazionale che è l’attributo primo della crisi climatica. Crisi che, in quanto ambientale, non può che riguardare ogni vivente e ogni angolo della terra facendosi beffe dei confini, delle leggi, e delle responsabilità sulle origini dei fatti che incidono sul cambiamento climatico.
In nome di questo concetto pare che tutti i tentativi per impostare politiche sovranazionali stiano naufragando nelle spinte esplicite o implicite di tipo sovraniste.
Sono passati trent’anni dall’istituzione della prima Conferenza delle Parti per trattare a livello mondiale (oggi 196 nazioni) il tema dei cambiamenti climatici, ovvero la COP1 di Berlino. Qual è stato, dunque, il maggior successo dell’ultima conferenza la COP27 di Sharm El-Sheikh del 2022 scorso?
La creazione di un fondo finanziato dai paesi industrializzati per riparare i danni subiti dai paesi più colpiti dai cambiamenti climatici, che per combinazione, sono anche quelli meno responsabili, ad esempio i danni da alluvioni del Pakistan. E’ stata declamata come una tappa fondamentale per la giustizia climatica. Ma purtroppo, sul taglio delle emissioni di CO2, unica vera causa dell’aumento delle temperature medie globali, non sono stati fatti progressi.
Quindi vediamo che la COP riesce a progredire solo nel rispetto delle prospettive egologiche nazionali, ovvero gli interessi nazionali sono riconoscibili e trattabili, quelli globali molto meno.
In altre parole, i paesi più ricchi e più inquinanti, preferiscono dare soldi ai più deboli e danneggiati (e quelli più deboli preferiscono accettarli) piuttosto che darsi delle regole stringenti di tipo anti-energivoro, che limiterebbero l’aumento della CO2, ma frenerebbero la loro crescita, la loro ricchezza, il loro posizionamento nel range mondiale delle potenze economiche, commerciali e militari. Non un risultato dei migliori quindi. Che altro si può fare ? C’é chi non vorrebbe aspettare la COP28.
(perdonate la bassezza ma la tentazione di essere un pò volgari è irresistibile anche per noi extra-terrestri).
Dal momento che, passati trent’anni di COP, i progressi fatti sono più apparenza che sostanza, si è cominciato a capire che la specie umana ormai è dipendente dal consumo di grandi quantità di energia e non riesce più a farne a meno. Come un drogato che deve progressivamente aumentare la dose della sua fedele sostanza perché questa perde efficacia causa il noto processo di assuefazione, così l’umano terrestre medio reagisce allo sviluppo economico ed ai cambiamenti climatici aumentando ancor più le attività di consumo di energia e intrappolandosi sempre più nella necessità del suo utilizzo.
Questa consapevolezza nascente sull’impossibilità della specie umana di uscire dalla prospettiva dell’interesse individuale a favore di quello collettivo, sta facendo nascere idee come lo SCoPEx. La Stratosferic Controlled Perturbation Experiment è una strategia di oscuramento del sole per riflettere fuori dall’atmosfera terrestre la luce solare. E’ stata lanciata da scienziati della Università di Harvard a loro volta finanziati da Bill Gates, il fondatore di Microsoft. Per provare a capirci qualcosa prego guardare l’immagine seguente:
La mongolfiera che vedete dovrebbe salire ad altezze pari ai 20km e rilasciare una certa quantità di polvere di Carbonato di calcio nell’atmosfera ottenendo un effetto di rimbalzo dei raggi solari simile a quanto avviene nelle più grandi eruzioni vulcaniche che immettono nell’atmosfera ceneri solforiche. Quella del 1991 del monte Pinatubo ha abbassato la temperatura media globale di 0,5°C. Ma spesso a questi fenomeni conseguono anche conseguenze negative come ad esempio carestie dovute alla perdita di raccolti e di allevamenti. In più i rischi di queste iniziative di Geoingengneria Globale, applicati a tutto il globo terraqueo, sono grandemente sconosciuti perché stiamo parlando di fenomeni su grande scala con tantissime variabili in gioco, impossibili da testare, in quanto il comportamento dell’atmosfera nel suo complesso non può essere testato in laboratorio. Ma l’idea comincia a prendere sempre più consensi rivelando così quanta poca fiducia gli umani abbiano nelle loro capacità di trovare e rispettare accordi sovranazionali per autolimitare la produzione di CO2.
A questo proposito non si può trascurare la serie tv americana chiamata Snowpiercer, basata su una storia postapocalittica raccontata da un fumetto francese del 1982. Il tema è questo: Anno 2026. Il mondo è divenuto un immenso deserto di ghiaccio in seguito ad un tentativo fallito di porre rimedio al surriscaldamento globale. Gli unici sopravvissuti si trovano a bordo dello Snowpiercer, un rivoluzionario treno a moto perpetuo che percorre sistematicamente un tragitto completo intorno al mondo divenuto inospitale per le temperature abbondantemente sotto zero. Lo scopo del treno è permettere ai suoi passeggeri di sopravvivere per dare alle loro progenie una speranza di uscirne in un futuro meno freddo.
Ebbene, sapete di che genere fu il tentativo per porre rimedio al surriscaldamento globale raccontato nella storia ? Ma di Geoingegneria globale naturalmente. Un malaccorto tentativo di raffreddare il pianeta manipolando l’atmosfera le cui conseguenze erano sfuggite di mano ai suoi inventori!
In conclusione, speriamo che la geoingegneria globale aiuti i terrestri ma sicuramente è una soluzione pienamente coerente a quella visione egologica che illude gli esseri umani di poter sempre trovare una scappatoia per dominare la natura in un modo o nell’altro. E forse questo è un problema nel problema.
Tornando alle Cronache Terrestri, la rubrica va in ferie e riprende a Settembre. Il motivo è semplice: mi sono prenotato un viaggio su “Avventure nell’Universo” per fare un giro in qualche galassia poco affollata e dagli usi e costumi più primitivi. Speriamo che i compagni di viaggio siano simpatici. L’ultima volta stavo con un gruppo di Denebiani che erano veramente noiosi. Su Deneb non succede mai niente di speciale, la loro cronaca è piena di fatterelli inconcludenti. Non come sulla Terra, voi umani siete unici, impareggiabili !
Buon Universo a Tutti !
Written by: mind_master
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