Radio K55
Data di pubblicazione: 05/06/2025 alle 18:19
(Adnkronos) – Che ruolo possono svolgere le Università nel disegnare il futuro dell’educazione? In che modo devono ripensarsi per agire in modo coerente con un nuovo paradigma che metta al centro l’uomo e non più solo il profitto? È questo il tema centrale della seconda sessione plenaria della conferenza internazionale 'Renaissance in Economics' in corso all’Università di Firenze, sul quale si sono confrontati il presidente di Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca), Antonio Uricchio, Roberto Cellini, professore di economia all’Università di Catania e vicepresidente di Sie (Società italiana degli economisti), e la rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci. Il messaggio emerso dal confronto è che le università sono chiamate a un ruolo chiave nel promuovere un nuovo modello economico che metta al centro la persona, la qualità della formazione e l’impatto sociale della ricerca. La conferenza ha riunito centinaia di contributi scientifici e proposte che vengono da circa 150 atenei presenti nel Nord e Sud del mondo. Per quanto riguarda l’università italiana, secondo Roberto Cellini, "il cambiamento economico non può prescindere dall’università e dai giovani". "Oltre a trasmettere conoscenze tecniche, l’università deve essere un luogo di crescita personale e di relazioni umane. In un’epoca in cui aumentano le iscrizioni alle università telematiche, dobbiamo interrogarci: sono davvero spazi di relazione o solo contenitori di nozioni? L’università ispirata ai principi del 'Manifesto per la Nuova Economia' non può limitarsi ad impartire nozioni, deve essere un luogo di crescita personale dove si costruiscono relazioni umane. Dopo il Covid, molti studenti faticano a lavorare in gruppo: anche questo è un segnale d’allarme a cui dobbiamo rispondere con strumenti concreti", ha detto. Antonio Uricchio ha sottolineato l’importanza della responsabilità sociale degli atenei: "Le linee guida dell’Anvur sono perfettamente allineate ai principi del Manifesto. Un recente disegno di legge di iniziativa governativa prevede che l’impatto sociale delle attività accademiche diventi un criterio di valutazione per il reclutamento e la carriera universitaria". In questa direzione si muove anche l’Università di Firenze, come ha spiegato la rettrice Alessandra Petrucci: "Per dare concretezza ai valori della 'Nuova Economia', dobbiamo offrire una didattica capace di rispondere alle nuove esigenze degli studenti, integrando tecnologie come l’intelligenza artificiale, ma non solo, e puntando su una formazione coinvolgente. L’università deve anche impegnarsi nell’engagement: coinvolgere attivamente il pubblico e condividere i risultati della ricerca con la cittadinanza. A Firenze abbiamo avviato un bando per progetti di ricerca con elevato impatto sociale, che ha raccolto grande interesse: segno che i docenti sentono forte la responsabilità del proprio ruolo. L’università resta un ascensore sociale, ma la sfida oggi è garantire qualità, oltre che quantità". Il 'Manifesto per la Nuova Economia' chiama in causa l’intero sistema formativo e accademico, chiedendo una visione in cui conoscenza, etica, sostenibilità e giustizia sociale siano al centro. Le università, come luoghi di formazione e innovazione, possono e devono essere protagoniste di questo cambiamento. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Scritto da: News News
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