Radio K55
Data di pubblicazione: 23/10/2025 alle 10:56
(Adnkronos) – “Innovazione e formazione devono camminare insieme: formare i lavoratori alle nuove tecnologie, anche all’intelligenza artificiale, significa renderli protagonisti dei processi produttivi e promuovere anche la partecipazione”. Lo ha dichiarato la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, intervenendo oggi al Global Welfare Summit, in corso a Roma.
“Oggi il nostro Paese non ha un problema di quantità di lavoro: gli occupati hanno raggiunto livelli mai registrati nella storia repubblicana. Il vero nodo è la qualità del lavoro, che significa applicazione corretta dei contratti riconosciuti, ma anche investimenti in formazione e competenze. La produttività, infatti, non cresce per decreto: cresce se si investe nelle persone, se si rafforzano le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici, consentendo alle imprese di innovare e competere”. “E’ necessario rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, che contengono tutele e diritti fondamentali per la crescita della produttività e dei salari”.
“In Italia la copertura dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative raggiunge circa il 90-95%. È per questo motivo che, come abbiamo più volte ribadito, riteniamo non necessario introdurre un salario minimo legale: esiste già una rete contrattuale ampia ed efficace. La priorità, piuttosto, è riportare all’interno di questa copertura le categorie che oggi ne restano escluse, rafforzando così il ruolo della contrattazione collettiva”.
“Rimettere al centro la cultura della contrattazione – ha proseguito Fumarola – significa riconoscere pienamente il valore dei corpi intermedi e delle organizzazioni sindacali e professionali. In questa direzione, è fondamentale proseguire il lavoro avviato dal Cnel, volto alla riorganizzazione dei contratti e, soprattutto, alla loro valutazione nel merito. Dei circa mille contratti depositati, solo 250 possono essere considerati di qualità, sottoscritti da soggetti realmente rappresentativi. Il resto rappresenta una forma di dumping contrattuale che danneggia sia i lavoratori che le imprese”.
“Per noi la partecipazione non è uno slogan, ma un impegno concreto. Abbiamo creduto in un progetto di legge, la legge 76, frutto di una nostra proposta di iniziativa popolare sostenuta da oltre 400mila firme. Oggi, tuttavia, siamo preoccupati: nella manovra di bilancio del Governo non compare il rifinanziamento della legge 76, e questo rischia di compromettere la possibilità di consolidare strumenti efficaci per la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese”.
“In un tempo complesso come quello che stiamo vivendo – aggiunge la leader della Cisl -serve un diverso approccio culturale: ciascuno deve poter fare la propria parte e contribuire al bene comune. Incentivare la partecipazione e sostenere la contrattazione significa rafforzare la coesione sociale e migliorare la qualità del lavoro nel nostro Paese”.
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