Radio K55
Data di pubblicazione: 16/10/2025 alle 20:31
(Adnkronos) – Anche una parola come "cortigiana" può diventare un ordigno lessicale. Usato in diretta tv da Maurizio Landini, raccolto e rilanciato via social da Giorgia Meloni, il vocabolo ha riacceso il dibattito non tanto sulle dinamiche del potere, quanto sul potere delle parole. La presidente del Consiglio ha scelto di replicare con un dizionario alla mano. E qui la partita si è spostata su un altro terreno: quello della semantica. Meloni cita Oxford Languages – "donna di facili costumi" – e si dice offesa, evocando un attacco sessista mascherato da critica politica. Ma cosa dice davvero il nostro principale strumento di riferimento linguistico, il Vocabolario Treccani? Nel suo viaggio etimologico, la parola "cortigiana" parte da un luogo ben preciso: la corte. La definizione Treccani apre con eleganza rinascimentale: "Propriamente, donna di corte" e cita l'umanista Baldassarre Castiglione che nel suo libro "Il Cortegiano" scriveva: "molto minor fatica mi saria formar una signora che meritasse esser regina del mondo, che una perfetta cortegiana". Una figura nobile, istruita, raffinata. Ma già nel secondo Cinquecento il termine comincia a inclinarsi verso un'altra accezione: quella di donna dai "costumi liberi", un eufemismo che nei secoli successivi si tingerà di connotazioni meno nobili e più carnali. Fino ad arrivare, appunto, all'uso letterario moderno che la Treccani non esita a definire "con un'accezione offensiva, prostituta". (di Paolo Martini)
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