
Radio K55
Data di pubblicazione: 29/10/2025 alle 17:04
(Adnkronos) – Una “eredità che, come italiani, tutti abbiamo davanti e di cui dobbiamo essere orgogliosi” (FdI). “Celebriamo non solo un mito, ma riconosciamo l’esempio di una voce che ancora oggi ci chiede di pensare” (Lega). “Una voce unica, scomoda, lungimirante” (Nm). L’aula della Camera commemora Pier Paolo Pasolini e l’autore di ‘Scritti corsari’ riesce, a 50 anni dalla sua morte, a mettere tutti d’accordo e ad entrare, via Montecitorio, nel Pantheon sia della destra che della sinistra.
Inizia, per il Pd, Roberto Morassut. Che parla subito di un “Pasolini non classificabile” e quindi “figura tirata per la camicia da tutti”. Il deputato, con al fianco la segretaria Elly Schlein che annuisce, ricorda il fatto che lo scrittore e regista “non fu amato dalla dirigenza del Pci, che preferiva il racconto del mondo proletario e guardava con sospetto al sottoproletariato”. Ma Morassut mette anche in guardia: anche se “il suo ricordo si presta a molteplici riflessioni”, per Pasolini “lo scandalo era la pressione del potere politico e clericale di allora e chi da destra oggi lo accarezza dovrebbe ricordarsi di questo”.
Ma è proprio dalla destra dell’emiciclo che arriva il trasporto maggiore per il ricordo di Pasolini. Alessandro Amorese, per FdI, interviene applaudito dai suoi vicini di scranno: “Una figura troppo complessa per provare a strattonarla nel 2025”, premette. Un “intellettuale disorganico”, aggiunge. Il deputato meloniano lo ricorda, tra le altre cose, come “coraggioso su più fronti, l’aborto, lo stragismo” e con “la libertà di schierarsi nel ’68 con i figli del popolo e non con i figli della borghesia”. Pasolini ha avuto “un approccio irregolare su tanti fronti” e anche per questo, per Amorese, lascia una “sua eredità che tutti, come italiani, dobbiamo avere davanti e di cui dobbiamo essere consci e orgogliosi”.
Pasolini è stato “probabilmente il più grande intellettuale del dopo guerra italiano. Uomo straordinario, unico”, esordisce per la Lega Simona Loizzo. “Omosessuale, fu espulso dal Pci”, incalza la deputata sottolineando: “Fu lui a mettere in guardia dal fascismo anti fascista” e “fu contro la destra ma anche contro le certezze autocelebrative della sinistra”. La Loizzo non ha dubbi, di Paolini resta “un patrimonio da difendere ogni giorno” e per questo “celebriamo non solo un mito ma riconosciamo l’esempio di una voce che ancora oggi ci chiede di pensare”.
Omaggi alla figura e al pensiero dell’autore di ‘Petrolio’ arrivano da Forza Italia (“la sua eredità ci appartiene come patrimonio comune”, dice Paolo Emilio Russo); dal M5s (“uno degli intellettuali più influenti del secolo scorso”, per Gaetano Amato); da Azione (“Pasolini apparteneva a una forma di pensiero e per questo stride un pò questa unanimità, avrebbe guardato a questa celebrazione con sospetto”, ammette Valentina Grippo); da Avs (“la Radicale Mellini chiese conto a Cossiga del divieto di commemorazioni a un anno dalla sua morte”, ricorda Luana Zanella); da Iv (“intellettuale coraggioso e anticonformista, figura controcorrente”, dice Roberto Giachetti).
Ma il colpo di scena arriva con Maurizio Lupi, che racconta: “Nel maggio dell’82 organizzai una rassegna di film dal titolo ‘L’imminenza di Cristo in Pasolini’, ci accusarono di scippo culturale…”. E invece, argomenta il leader di Noi Moderati, “don Giussani ci disse di leggere ‘Scritti corsari’ e arrivò a dire che Pasolini era l’unico, vero, intellettuale cattolico di quell’epoca”. Era “fuori dalla collocazione a destra o a sinistra, ha criticato la nuova destra e la nuova sinistra sessantottina di allora”. Anche per questo, per Lupi, “commemorarlo può aiutarci a capire i nostri tempi”.
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Scritto da: News News
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