
Radio K55
Data di pubblicazione: 11/11/2025 alle 13:42
(Adnkronos) – “In Italia non mancano i medici, semmai mancano i medici specialisti. Il problema più urgente del Servizio sanitario nazionale è la carenza di personale, in particolare di specialisti e infermieri. Come sindacato dei medici specialisti ambulatoriali chiediamo alla politica di intervenire con decisione, perché senza queste figure non si possono prendere in carico i pazienti cronici, né ridurre le liste d’attesa. Ricordo che le liste d’attesa riguardano quasi esclusivamente le prestazioni specialistiche: non ci sono code per andare dal medico di base, ma per visite, esami e diagnosi che solo gli specialisti possono eseguire”. Così all’Adnkronos Salute Antonio Magi, segretario generale Sumai-Assoprof, al 57esimo Congresso nazionale degli specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof, ‘Dove finisce la teoria e inizia la cura’, dal 9 al 13 novembre al Nhow Roma Hotel (corso d’Italia 1).
“Se questi professionisti continuano a diminuire – avverte Magi – i cittadini non troveranno più risposte sul territorio e saranno costretti a rivolgersi al pronto soccorso o a rinunciare alle cure”. In quali ambiti si sente di più la mancanza di specialisti? “Purtroppo un po’ in tutti – rileva il vertice Sumai – Gli specialisti ambulatoriali operano nei servizi territoriali: nella medicina legale, nei dipartimenti di salute mentale, nelle carceri e in molte altre strutture. In tutti questi ambiti si registra una carenza crescente”. Quando un paziente viene preso in carico “serve un lavoro di squadra: entrano in gioco cardiologo, internista, oculista, radiologo. Se anche solo uno di questi anelli manca – precisa Magi – la presa in carico non è completa. Abbiamo investito molto, anche con il Pnrr, per creare le Case di comunità, ma senza gli specialisti rischiano di diventare ‘cattedrali nel deserto’: strutture nuove, costose, ma vuote”.
Per Magi invertire la rotta si può, ma “servono più risorse e un uso più intelligente di quelle disponibili – chiarisce – Chiediamo provvedimenti che rendano di nuovo attrattivo il Ssn per medici e infermieri. Oggi molti scelgono la libera professione o vanno a lavorare all’estero: dobbiamo riportarli nel pubblico”. Altro nodo è attrarre i giovani medici, ma come? “I giovani hanno una mentalità diversa: cercano retribuzioni dignitose, ma anche libertà professionale e possibilità di crescita – osserva il segretario generale Sumai-Assoprof – Vogliono sentirsi valorizzati. Oggi il sistema non offre né l’una né l’altra cosa, ed è per questo che molti lasciano il Servizio sanitario nazionale”.
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