
Radio K55
Data di pubblicazione: 21/11/2025 alle 12:33
(Adnkronos) – Oltre 128 mila euro di rimborsi riconosciuti in un mese ai familiari caregiver: è l’impatto delle due recenti e significative sentenze (2709/2025 e 3027/2025) della Corte di Appello di Milano, che ribadiscono un principio chiave: l’intera attività svolta a favore dei pazienti durante il ricovero in Rsa, non essendo possibile separare la componente sanitaria da quella assistenziale, strettamente connesse tra loro, deve essere considerata come un’unica prestazione sanitaria, rientrante nella competenza esclusiva del Servizio sanitario nazionale.
Le due pronunce confermano integralmente l’impianto già delineato nei primi gradi di giudizio. Per i pazienti affetti da Alzheimer o da altre patologie neurodegenerative croniche, infatti, i giudici ribadiscono che le prestazioni socio-assistenziali di rilievo sanitario devono essere ricondotte tra quelle a carico integrale del Servizio sanitario nazionale quando, sulla base di una valutazione concreta, che consideri la patologia, il suo stadio al momento del ricovero e la sua prevedibile evoluzione, risultino necessarie a garantire al malato la tutela del diritto alla salute e il rispetto della sua dignità personale.
Le rette pagate dal malato o dalle famiglie, quindi, vanno restituite.
“Milano, in questo senso si conferma interprete nevralgico dei nuovi orientamenti giurisprudenziali, leggendoli con la lente dell’attualità che il nostro Paese sta vivendo. Un’attualità fatta di una popolazione che diventa sempre più anziana, il cui sostegno è lasciato ad una generazione schiacciata dall’incertezza economica, che non può contare sul supporto dello Stato anche quando ne avrebbe diritto. È evidente che questo principio deve cambiare”. Lo afferma il responsabile del team legale di Consulcesi & Partners in prima linea al fianco dei malati e delle loro famiglie con il servizio Soluzione Rsa www.soluzione-rsa.it.
Le ultime stime Istat, infatti, parlano di circa 8 milioni di persone in Italia (la cosiddetta ‘generazione sandwich’) che si prendono cura contemporaneamente di almeno un familiare non autosufficiente e di almeno un figlio piccolo o adolescente, entrambi dipendenti dalle stesse risorse. Un fenomeno esacerbato da un lato dall’invecchiamento progressivo della popolazione dovuto all’allungamento dell’aspettativa di vita, dall’altro dalla tendenza a spostare in avanti l’età per avere figli (ad oggi a 31 anni in media il primo). Questa ‘doppia cura’ ha conseguenze non solo economiche, con sempre meno risorse a disposizione della generazione attiva e caregiver, ma anche psicologiche. Spese divise tra ricette mediche, baby-sitter, visite e rette Rsa fanno sentire ancora più sola e stressata una generazione i cui stipendi sono immobili da anni. E lo Stato? Assente e defilato, lascia ai cittadini l’onere di gestire giovani e fragili.
Nel frattempo, nel 2025 sono raddoppiate le sentenze favorevoli ai caregiver che ribadiscono l’obbligo dello Stato di occuparsi del paziente in Rsa in situazione di mancata autosufficienza. I Tribunali vedono la generazione sandwich e ricordano allo Stato i suoi obblighi di legge: i costi per le prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria in Rsa sono a carico del Ssn. Sempre più giudici riconoscono che, nei casi di pazienti affetti da Alzheimer o da gravi patologie neurodegenerative, le prestazioni sanitarie fornite nelle Rsa -cure mediche, fisioterapia, assistenza infermieristica- non possono essere separate da quelle socioassistenziali. Di conseguenza, l’intero costo della degenza deve gravare sul Servizio sanitario nazionale e non sulle famiglie.
“Si tratta di un principio fondamentale -spiega Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners- perché molte famiglie non sanno che possono chiedere il rimborso anche per somme versate da anni, se sussistono determinate condizioni cliniche e amministrative. L’obiettivo di Soluzione Rsa è ricordare ai caregiver che è importante richiedere il riconoscimento di un diritto irrinunciabile del paziente, perché la giurisprudenza non sarà mai sorda alle tutele dei più fragili, come sta dimostrando in maniera illuminata Milano”.
Attraverso Soluzione Rsa, Consulcesi & Partners offre una valutazione legale preliminare, che consente di capire rapidamente se sussistono i presupposti per chiedere il rimborso delle rette versate. Un supporto concreto per migliaia di famiglie che, ogni anno, affrontano costi elevati per l’assistenza dei propri cari affetti da Alzheimer e patologie neurodegenerative.
Tutte le informazioni su www.soluzione-rsa.it
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Scritto da: News News
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