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Natalità, Mattarella: “Tema vitale per l’Italia e per l’Europa”

today27/11/2025 - 11:42 3

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Data di pubblicazione: 27/11/2025 alle 11:42

(Adnkronos) – La crisi demografica come sfida decisiva per il futuro dell’Italia e dell’Europa, ma anche come banco di prova della libertà, della coesione e della capacità di progettazione di un Paese. Questo il filo conduttore del lungo intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla quinta edizione degli Stati generali della natalità, oggi a Roma. 

Il Capo dello Stato ha richiamato con forza l’urgenza di un cambio di passo culturale, sociale e politico, in un contesto in cui la denatalità “non è una condanna”, ma un fenomeno che richiede consapevolezza e azioni concrete. “Occorre aiutare la vita a sbocciare e porre le persone al centro degli interessi della comunità. Per questo la vostra riflessione è importante: non siamo condannati al declino. Il nostro domani è nelle nostre mani. Il nostro futuro, quello delle nostre famiglie, della nostra società, è parte del nostro presente, perché il suo concretizzarsi è frutto delle scelte che compiamo oggi e una società consapevole che sa accogliere la vita, sa accogliere le persone, è fin d’ora una società più forte”, ha affermato il presidente della Repubblic 

“La continuità delle comunità è nel succedersi delle generazioni” 

Mattarella ha sottolineato come il tema della natalità sia oggi “vitale per il nostro Paese e per l’intero continente europeo”. “La continuità di un popolo – ha spiegato – si esprime nella capacità di rinnovarsi attraverso le generazioni e il livello di sostituzione, di avvicendamento che le accompagna è conseguenza del modello di società che si sarà concorso a costruire”. 

Il Presidente ha osservato anche come, nelle società contemporanee, si sia spezzato lo storico legame tra benessere e incremento della popolazione. “Laddove i consumi privati appaiono più alti, si riscontra minore generatività. Una constatazione che induce a riflettere sui valori che possono caratterizzare i vari consorzi umani alle diverse longitudini”. 

 

Tra i passaggi più forti, l’analisi delle condizioni dei giovani, sempre più lontani dalla possibilità di costruirsi una vita autonoma. “In una società centrata sulla velocità, sul tempo reale, i giovani -e non per loro responsabilità- vengono messi in condizione di rischiare di essere in costante ritardo”. Ritardo nel trovare un’occupazione stabile, nel rendersi indipendenti dalla famiglia d’origine, nell’accedere a una casa, nel formare una famiglia e nel diventare genitori. “Una catena causata da precarietà, salari insufficienti, costi delle abitazioni e carenza di servizi che rendono difficile conciliare i tempi del lavoro con quelli della vita familiare e con la cura di familiari in età avanzata. La generatività ha valore umano e ha valore sociale. È la società nel suo insieme che deve comporre un ambiente favorevole e assicurare piena libertà di poter avere dei figli”. 

 

Mattarella ha richiamato esplicitamente la Costituzione, ricordando l’articolo 31, che impone alla Repubblica di favorire la formazione della famiglia e proteggere maternità, infanzia e gioventù: “La Repubblica agevola la famiglia con misure economiche e provvidenze… Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù”. 

Il Presidente ha ribadito che il ruolo delle istituzioni pubbliche è “tutt’altro che indifferente”: servizi sociali adeguati, retribuzioni dignitose e politiche abitative e familiari incisive sono condizioni indispensabili per permettere ai cittadini di scegliere liberamente la genitorialità.  

 

In un passaggio di forte valore civile, Mattarella ha voluto marcare la differenza tra un approccio democratico al tema e visioni strumentali o identitarie: “L’equilibrio demografico riflette il progetto di vita di un Paese. È immagine della libertà dei suoi cittadini”. E ha aggiunto: “Talvolta gli Stati assumono il popolo non come base della comunità, ma come elemento di affermazione. In una democrazia non è così: le politiche per la natalità servono a porre i cittadini nella condizione di esprimere in piena libertà la loro vocazione alla genitorialità”. 

 

La denatalità, ha ricordato il Presidente, ha effetti strutturali: squilibri nel sistema di welfare, carenza di forza lavoro, difficoltà nel sostenere i conti pubblici, rischi per la coesione intergenerazionale. 

Mattarella ha apprezzato il lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta sulla transizione demografica, auspicando che “possa essere utile a trasformare la consapevolezza in azione”. 

L’intervento si è concluso con un richiamo alla responsabilità collettiva e alla possibilità di invertire la rotta: “Occorre aiutare la vita a sbocciare e porre le persone al centro degli interessi della comunità. Non siamo condannati al declino. Il nostro domani è nelle nostre mani”. 

 

 

 

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Scritto da: News News

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