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Tecnologia

Sora arriva anche su Android: l’app video di OpenAI sbarca sul Play Store

today05/11/2025 - 09:43 4

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Data di pubblicazione: 05/11/2025 alle 09:43

(Adnkronos) – OpenAI amplia il raggio d’azione di Sora, la sua app dedicata alla creazione di video tramite intelligenza artificiale. Dopo l’esordio negli States su iOS a settembre, con oltre un milione di download in soli cinque giorni, l’app è ora ufficialmente disponibile anche su Android, tramite Google Play Store. Per il momento il rilascio riguarda Stati Uniti, Canada, Giappone, Corea, Taiwan, Thailandia e Vietnam, ma il rollout globale è solo questione di tempo. 

L’esperienza rimane la stessa: una feed in stile TikTok piena di video generati dall’IA, pronti da guardare, remixare o usare come ispirazione. La differenza sta nel modo in cui Sora integra la creatività dell’utente: basta descrivere una scena o dare un input testuale per ottenere clip di qualità sorprendente. Nel giro di pochi secondi, l’app trasforma la richiesta in un mini-video credibile, completo di animazioni, attori e ambientazione. 

La funzione più discussa, e di gran lunga la più virale, è Cameo: si scatta una foto a se stessi (o a un amico) e Sora crea video in cui quella persona diventa protagonista della scena. Dal ballo in slow motion al viaggio nello spazio, tutto si fa tramite IA. Di recente OpenAI ha esteso questa funzione con i “character cameos”, avatar riutilizzabili che possono essere salvati e inseriti in più video. In pratica: crei un personaggio, lui diventa “il tuo attore virtuale” permanente. 

E un dettaglio interessante anticipa dove vuole arrivare OpenAI: l’azienda ha dichiarato che in futuro i detentori dei diritti potrebbero chiedere un pagamento extra per i cameo di personaggi o persone famose. Un modello di monetizzazione che suona molto come un marketplace degli avatar digitali. Non tutto, però, è solo entusiasmo e creatività. Le polemiche non sono mancate. Nelle ultime settimane Sora ha ricevuto critiche per il modo in cui gestisce deepfake e contenuti protetti da copyright. OpenAI aveva scelto una politica di opt-out, scaricando sui detentori dei diritti la responsabilità di chiedere l’esclusione dei propri contenuti dal training dell’IA. Di fronte alle proteste, l’azienda ha fatto marcia indietro, passando a un modello più trasparente e controllato. 

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webinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scritto da: News News

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