
Radio K55
Data di pubblicazione: 17/11/2025 alle 11:11
(Adnkronos) – Le autorità cinesi per il cyberspazio hanno lanciato una severa campagna di repressione contro l’uso di deepfake generati dall’Intelligenza Artificiale (AI) utilizzati per impersonare figure pubbliche nel settore dell’e-commerce in live-streaming. L’azione mira a contrastare la falsa propaganda e l’infrazione online nel crescente mercato della vendita tramite dirette video.
La Cyberspace Administration of China (CAC) ha rilasciato una dichiarazione venerdì, affermando di aver recentemente “sanzionato severamente” diversi account online che utilizzavano l’AI per simulare celebrità per la promozione di prodotti in live-stream e video brevi, inducendo in errore gli utenti.
L’ente regolatore ha imposto alle piattaforme online di avviare una massiccia operazione di pulizia. I risultati dell’intervento sono stati immediati e significativi con oltre 8700 contenunti non conformi rimossi e sanzionati o chiusi più di 11.000 account che impersonavano indebitamente altri soggetti. L’azione della CAC rientra nella necessità di mantenere un ambiente online positivo e trasparente in un settore, quello del live-streaming e-commerce, sempre più centrale per l’economia digitale cinese.
Le autorità del cyberspazio hanno inoltre ribadito che manterranno una posizione di “alta pressione”, continuando a ritenere responsabili le piattaforme e a “disporre e smascherare” i responsabili di marketing dannoso per prevenire l’abuso della tecnologia AI per scopi fraudolenti.
L’Italia è stata tra i primi Paesi europei a introdurre una normativa specifica sull’Intelligenza Artificiale, la Legge n. 132/2025, entrata in vigore nell’ottobre 2025. Questa legge colma un vuoto normativo e stabilisce risposte concrete al fenomeno dei deepfake, anticipando in parte anche l’AI Act europeo.
Il punto centrale della normativa è l’introduzione dell’Articolo 612-quater nel Codice Penale, che prevede il nuovo reato di “illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale
“. Così, chiunque diffonda immagini, video o audio falsificati o alterati tramite l’AI, in modo tale da ingannare sulla loro autenticità e cagionando un “ingiusto danno” alla persona ritratta, rischia la reclusione da uno a cinque anni.
La legge introduce anche un principio di trasparenza fondamentale: qualsiasi contenuto multimediale generato o modificato con l’AI che possa sembrare autentico dovrà essere accompagnato da una marcatura esplicita (ad esempio, l’indicazione: “immagini/voci generate o modificate con sistemi di intelligenza artificiale”). Questo mira a contrastare l’inganno fin dalla diffusione.
Ruolo del Garante Privacy e Altri Interventi
Oltre al nuovo quadro penale, l’intervento delle autorità italiane si è focalizzato sulla tutela della sfera privata e della dignità della persona, in linea con il GDPR (Regolamento UE 679/2016).
Il caso “Deep Nude”: Il Garante per la protezione dei dati personali ha dimostrato un approccio proattivo, come nel caso del blocco dell’app Clothoff e l’avvio di indagini più ampie sulle app che offrono servizi di “nudificazione” tramite intelligenza artificiale, sottolineando l’importanza di controlli adeguati sul consenso e sui limiti d’uso.
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