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Ucraina, Ue approva blocco asset russi. Italia: “Esplorare alternative”

today12/12/2025 - 20:26 3

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Data di pubblicazione: 12/12/2025 alle 20:26

(Adnkronos) – L’Unione europea dice sì al congelamento indeterminato degli asset russi. Ma l’Italia invita a esplorare alternative. E, in una nota congiunta con Belgio, Bulgaria e Malta, sottolinea che si tratta di un “sì ‘tecnico’ ma la decisione spetta ai leader”.  

Il via libera è arrivato con il voto favorevole di 25 Stati membri e quello contrario di 2, si apprende da fonti Ue. La norma, basata sull’articolo 122 del Tfue, rende meno aleatorio il congelamento dei beni (doveva essere rinnovato ogni sei mesi all’unanimità) e, di conseguenza, meno complicato il prestito all’Ucraina basato su quei beni che l’Ue intende approvare nel prossimo Consiglio europeo, che inizierà il 18 dicembre. 

L’Ue “ha appena deciso di immobilizzare a tempo indeterminato i beni russi”, ha sottolineato sottolinea l’Alta rappresentante Kaja Kallas. Questo “garantisce che fino a 210 miliardi di euro di fondi russi rimangano sul suolo dell’Ue, a meno che la Russia non paghi integralmente i risarcimenti all’Ucraina per i danni causati. Continueremo ad aumentare la pressione sulla Russia finché non prenderà sul serio i negoziati. Il Consiglio europeo della prossima settimana sarà cruciale per garantire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per i prossimi anni”. 

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accolto “con favore” la decisione del Consiglio Ue “sulla nostra proposta di proseguire l’immobilizzazione dei beni sovrani russi”.cIn questo modo, ha aggiunto, “inviamo un segnale forte a Mosca: finché questa brutale guerra di aggressione continuerà, i costi per la Russia continueranno ad aumentare. Questo è un messaggio forte all’Ucraina: vogliamo assicurarci che il nostro coraggioso vicino diventi ancora più forte sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati”. 

Insieme a Belgio, Bulgaria e Malta, l’Italia “ha deciso di non far mancare il proprio sostegno al Regolamento che intende stabilizzare l’immobilizzazione dei beni russi – senza tuttavia stabilirne l’utilizzo – sino a che Mosca non cessi la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non la risarcisca per i danni causati dalla sua guerra”, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, spiegando che la decisione è stata presa “perché non vi siano dubbi” sul sostegno di Roma a Kiev.  

L’Italia, tramite una dichiarazione aggiuntiva, ha però voluto sottolineare la necessità che “decisioni di una tale portata giuridica, finanziaria e istituzionale” siano sempre precedute “da una discussione a livello politico e non vi siano fughe in avanti a livello tecnico”, rimarcano le stesse fonti. Sempre in quest’ottica la dichiarazione specifica che “la decisione odierna, oltre a non pregiudicare in alcun caso la decisione sull’eventuale utilizzo dei beni immobilizzati russi, non costituisce in alcun modo un precedente per il passaggio da decisioni all’unanimità alla maggioranza qualificata”, viene ancora sottolineato. 

In vista del prossimo Consiglio europeo del 18 dicembre “e con uno spirito pienamente costruttivo”, l’Italia ha quindi invitato la Commissione e il Consiglio “a continuare a esplorare e discutere opzioni alternative per rispondere alle esigenze finanziarie dell’Ucraina, basandosi su un prestito Ue e su soluzioni ponte, per garantire la continuità del sostegno prima che la soluzione individuata possa effettivamente entrare in vigore”, concludono le fonti. 

Belgio, Bulgaria, Italia e Malta confermano il loro impegno a garantire a Kiev “un sostegno finanziario regolare e prevedibile nel lungo periodo”, sottolineando che qualsiasi soluzione “dovrà rimanere pienamente conforme al diritto internazionale e dell’Ue”. In una dichiarazione congiunta, i quattro Paesi ricordano che “i beni russi devono rimanere immobilizzati finché la Russia non porrà fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non avrà compensato i danni causati dal suo conflitto”. 

I governi avvertono che l’utilizzo della procedura basata sull’articolo 122 Tfue “comporta conseguenze giuridiche, finanziarie, procedurali e istituzionali che potrebbero andare ben oltre questo caso specifico” e ribadiscono che la decisione “avrebbe dovuto essere discussa dal Consiglio europeo prima che il Consiglio assumesse una decisione finale”. 

In vista del Consiglio europeo di dicembre, i quattro Stati chiedono a Commissione e Consiglio di continuare a esaminare “opzioni alternative, conformi al diritto dell’Ue e internazionale, con parametri prevedibili e che presentino rischi significativamente inferiori” per far fronte alle esigenze finanziarie dell’Ucraina, “basate su uno strumento di prestito dell’Ue o soluzioni-ponte”. Pur votando sì alla procedura scritta, Belgio, Bulgaria, Italia e Malta precisano che tale voto “non pregiudica in alcun modo la decisione sull’eventuale utilizzo dei beni russi immobilizzati, che dovrà essere presa a livello di leader” e che esso “non costituisce un precedente nell’ambito della Politica estera e di sicurezza comune”. I quattro Paesi chiedono inoltre che “la presente dichiarazione sia allegata ai verbali della procedura scritta”. 

 

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webinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scritto da: News News

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