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    Radio K55

Cronaca

Addio a 40 milioni di piante da frutto?

today22/05/2023 30

Background
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La tragedia ambientale dell’Emilia Romagna impone in fretta le prime valutazioni per poter aver un quadro della situazione, di che tipo di interventi  programmare e stilare una prima stima dei costi.  E così arriva oggi un primo bilancio dalla Confagricoltura Emilia-Romagna in relazione soprattutto al ristagno idrico, che è molto dannoso se non esiziale, per le piante da frutta di una zona agricola che produce una larga fetta della frutta che viene venduta sui mercati europei.

E infatti si rischia a breve di dover espiantare oltre 40 milioni di alberi da frutto delle specie più resistenti e robuste tra cui melo, pero, susino, ciliegio, olivo e vite. E in seguito occorrerebbe reimpiantare frutteti e vigneti i quali richiedono diversi anni per arrivare alla piena produzione, tenendo conto  che è assai improbabile riuscire a trovare sul mercato un numero così alto di piantine. Questi i danni, verificatisi lungo l’arteria sommersa d’acqua che va da Bologna a Rimini, fino quasi al territorio ferrarese.

Ma Il bilancio potrebbe avere dimensioni maggiori, perché per ora non sono compresi le colture distrutte dalle frane o trascinate a valle dalla furia del fango, nelle aree collinari e pedemontane. E inoltre la Coldiretti aggiunge come quest’anno la produzione è di almeno 400 milioni di chili di grano nei terreni allagati dell’Emilia Romagna, lì dove si ottiene circa 1/3 del grano tenero nazionale.

Le operazioni colturali sono sospese, in un momento cruciale dell’annata agraria, pure i trattamenti, aumentando il rischio di fitopatie future.

Particolarmente critica la situazione nella dorsale appennina, dove i movimenti franosi non sono ancora assestati. Si segnalano frutteti e vigneti trascinati a valle dagli smottamenti, poderi distrutti, allevamenti isolati. Ed è per ora  impossibile fare sopralluoghi

Secondo la Confagricoltura Emilia Romagna occorrono non meno di 40-50 mila euro a ettaro per reimpiantare un frutteto o un vigneto. Ci vorranno circa 6.000 euro a ettaro per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, orticole e colture da seme) e 32.000 euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. E poi andranno calcolate i costi delle scorte, delle strutture, dei macchinari e la  liquidità necessaria a far ripartire le attività. Questo comporta una possibile perdita di 50.000 posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in vista del Consiglio dei Ministri di domani spiega come gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non saranno sufficienti a garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole. E poi l’arrivo degli aiuti dovrà avvenire nel minor tempo possibile per di riparare subito i danni e ripartire, magari anche con la nomina di un Commissario ad hoc.

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