Strage a Mosca. Putin: matrice islamica, ma fa capire che i mandanti sono a Kiev

Le indagini vanno avanti, ma ieri sera il capo del Cremlino, pur ammettendo che l’attentato è stato commesso da uomini dello Stato islamico, ha aggiunto che i funzionari non sanno chi ha ordinato di eseguire la strage. Putin ha però spiegato che ai russi interessa sapere chi ne trae vantaggio, insinuando ancora una volta un coinvolgimento dell’Ucraina che, secondo fonti russe, era pronta ad accogliere i terroristi alla frontiera. Secondo il parere di Alexander Bortnikov, direttore dell’FSB, l’intelligence ucraina avrebbe addestrato gli islamici radicali in Medio Oriente, adombrando anche una compartecipazione addirittura dell’Inghilterra e degli Stati Uniti. La parola d’ordine da Putin a Bortnikov ora è rappresaglia.

Anche il presidente della Duma Vyacheslav Volodin si allinea alla medesima tesi del complotto straniero, includendo anche l’Unione Europea, come d’altronde fa anche Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, secondo cui dietro l’attacco terroristico di venerdì a Mosca c’è l’Ucraina.

Insomma sembra che le indagini, più che approfondire la pista nella ragnatela del terrorismo islamico, colgano la palla al balzo di una disastrosa tragedia con oltre 140 morti, per sfruttare l’ondata emozionale e scaricare la colpa di tutto ai soliti nemici. All’Ucraina, prima di tutti, ma anche all’occidente, dall’America, alla Gran Bretagna a tutta l’Unione Europea. Più peso alla propaganda che alle indagini?

Secondo una dichiarazione del portavoce del Cremlino, Peskov, alla Tass, è ancora troppo presto parlare di una reazione della Russia rispetto a un potenziale coinvolgimento di Kiev nell’attentato di venerdì scorso al Crocus City Hall. L’indagine è ancora in corso e non sarebbe corretto fare speculazioni in questo momento