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Politica

Caso Salvini sulle elezioni russe: reazioni e gelidi silenzi sull’endorsement alla vittoria di Putin

today19/03/2024 14

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Se la reazione dei partiti di governo, fosse stata quella istintiva, oggi staremmo forse a parlare di spaccatura della maggioranza e chissà forse di una crisi politica. Ma ci sono incombenti le elezioni, soprattutto quelle europee, che consigliano calma e sangue freddo e di rimandare una eventuale di resa dei conti al dopo-europee.

E allora silenzio dalle massime istituzioni, qualcuno definisce gelido quello del Quirinale, nessuna lettera dal presidente della Repubblica a quello del Consiglio, con la posizione di Palazzo Chigi più vicina a quella della Farnesina, espressa molto chiaramente ieri da Tajani che, dopo le dichiarazioni di Salvini, ha ribadito polemicamente che la politica estera la fa il ministro degli Esteri. Anche all’interno del Carroccio Salvini è isolato, Gian Marco Centinaio dichiara che da militante preferisce votare chi è in Lega da tempo, chi lavora sui territori. Giuseppe Leoni è sbottato dicendo che i militari gli sono sempre stati sulle balle, soprattutto quelli del manganello e soprattutto questo Vannacci che ne dice ogni giorno di tutti i colori

Inoltre Salvini appare sempre più isolato anche nel pressing sui suoi presidenti di regione, che li vorrebbe candidati in Europa, soprattutto Luca Zaia, con la motivazione che nei prossimi anni molte decisioni fondamentali passeranno dall’Europa e un difensore degli interessi del Veneto potrebbe essere utile. Ma Zaia non è d’accordo e mette in guardia sul fatto che restare con l’estrema destra in Europa, sarebbe una scelta, ribadisce il governatore del Veneto, con la quale sarebbe difficile poter avere una delle caselle da commissario, magari quello all’agricoltura.

Spaccatura in vista quindi tra Salvini e i governatori leghisti che infatti non saranno presenti all’evento che riunirà gli alleati della destra europea a Roma, sabato 23. Evento voluto da Salvini, dove, a differenza dell’analoga kermesse di Firenze, lo scorso 3 dicembre, non saranno presenti i governatori, a partire proprio dallo stesso Zaia.

Sull’uscita di Salvini poi si registra anche il gèlo di Fratelli d’Italia. Dalle parti di Via della Scrofa c’è la consegna del silenzio sul vicepremier leghista, ma l’irritazione è palpabile nel partito della premier, che ha fatto dell’atlantismo e del sostegno all’Ucraina uno dei pilastri della sua politica estera.

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