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Sport

Fosbury: l’uomo che ci insegnò a saltare guardando il cielo

today14/03/2023 24

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Si può davvero dire che “Dick” rivoltò letteralmente la disciplina atletica del salto in alto. Dal 1968 infatti Dick Fosbury iniziò a superare l’asticella, non scavalcandola ventralmente, ma di schiena, con una tecnica all’epoca sconcertante. Una rincorsa con traiettoria curvilinea, poi lo stacco dal terreno, combinando una mezza torsione, che permette di volgere la schiena all’asticella, con un’elevazione nel salto che fa superare l’ostacolo obliquamente. Insomma una combinazione di forza centrifuga e innalzamento che lo portò a vincere la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici del Messico nel ’68.

La tecnica, in verità, era stata già utilizzata qualche anno prima da un’atleta canadese, ma senza nessun successo e così gli atleti del salto in alto continuarono ad utilizzare la tradizionale tecnica dello scavalcamento ventrale.

Ma la vincita di Fosbury a Città del Messico e il nuovo record olimpico di 2,24 metri, imposero a tutti i vantaggi di quello stile che venne sempre più adottato.

Un particolare che sembra curioso: il salto fu effettuato con due scarpe di colore diverso. Ma non era una stravaganza, infatti Fosbury stesso spiegò: “…”perché la destra diversa anche colore mi dava una spinta superiore verso l’alto rispetto a un altro tipo di calzatura…”. Questa invenzione di un nuovo stile nel salto in alto gli valse un posto nella “National Track & Field Hall of Fame”, il museo che commemora i protagonisti della storia dell’atletica leggera statunitense. Il campione americano è deceduto domenica all’età di 76 anni e il suo “Fosbury Flop” non fu certo un “flop”, ma un volo verso una fama e un posto speciale nel mondo dello sport

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